Green pass valido 12 mesi? Crisanti: "Ipotesi creativa. Rischi per il personale sanitario"

Il virologo interviene sull'eventuale estensione del certificato verde: "Non ci sono evidenze scientifiche che possano supportare questa idea"

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti

Venerdì 27, con ogni probabilità, il Comitato tecnico scientifico si riunirà per esaminare la richiesta del ministero della Salute in merito alla possibilità di prorogare la durata del Green pass, che al momento è valido 9 mesi. Tra le ipotesi allo studio, a quanto si apprende, quella di allungare fino a 12 mesi la validità a partire dalla somministrazione della seconda dose. Altro tema sul tavolo, quello di uniformare la durata del green pass per tutti, anche per i guariti: in questo caso il calcolo della scadenza avverrebbe dal momento delle dimissioni per chi è stato ricoverato. E secondo fonti del governo, in occasione della conversione in aula alla Camera del decreto sul Green pass del 6 agosto, l'esecutivo presenterà un emendamento per l'estensione del certificato verde da 9 a 12 mesi dalla seconda dose. Ossia, fino a oltre la fine dell'anno per coloro che hanno ricevuto la somministrazione per primi, in particolare gli operatori sanitari. La discussione passerà poi in Senato, dove si prevede che si concluda entro metà settembre. In linea con i tempi - è stato sottolineato - di una decisione sulla terza dose da parte degli enti regolatori.

Decisione "creativa"

"Una proroga per il Green pass, che estenda la sua durata fino a 12 mesi? Siamo nel campo della creatività. Sono tutte decisioni senza evidenza scientifica - le parole del virologo Andrea Crisanti -, la durata della protezione dei vaccini Covid da quello che si vede in Israele dura intorno agli 8-9 mesi".  Quindi portare la durata del Green pass oltre questo arco temporale potrebbe essere un problema, visto che i primi vaccinati, quindi le persone con il certificato verde in scadenza, sono proprio i sanitari: "Basti pensare che in Israele si stanno infettando proprio loro, i sanitari", osserva il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova che, tornando alla proroga dei Green pass ribadisce: "Queste sono tutte decisioni di carattere creativo che non hanno nulla di scientifico, purtroppo. Non so che cosa rischiamo in termini di contagi, so solo che è una decisione non presa sulla base dell'evidenza scientifica. Del resto il Green pass non è uno strumento di sanità pubblica ma di persuasione a vaccinarsi". Sul fronte della terza dose, secondo Crisanti "bisognerà prima capire se la terza dose protegge dalle varianti, altrimenti uno di richiami ne può fare 10 senza ottenere protezione. In questo caso l'ideale sarebbe aggiornare i vaccini. Comunque Israele sta già facendo la terza dose e fra un po' capiremo se sarà efficace. Io auspico che il vaccino funzioni contro le varianti e che mantenga un livello di protezione superiore all'85%, altrimenti avrebbe un effetto limitato".