Green Pass 1 maggio: i luoghi al chiuso e all'aperto dove non servirà più

Certificazione verde sospesa: si avvicina il ritorno alla normalità, anche se la guardia contro il contagio deve rimanere alta

Green pass addio. O arrivederci. Per il momento lo stop alla certificazione verde, introdotta nel luglio dell'anno scorso con l'obiettivo di limitare la circolazione del virus del Covid 19, è solo temporaneo, anche se gli italiani si augurano che quella che il governo definisce una "sospensione", diventi ben presto un provvedimento definitivo. Questo vorrebbe dire che, almeno sul fronte della limitazione all'accesso in determinati luoghi, il periodo più duro della pandemia sarebbe definitivamente alle spalle. Tant'è. Per ora bisogna "accontentarsi" di una misura che, comunque, annulla l'obbligo di esibizione del green pass in numerosi luoghi.

Quali sono, quindi, i posti in cui non dovremo più presentarci con lo smartphone alla mano (o, per i più vintage, con il documento cartaceo) per la verifica mediante l'apposita app dell'avvenuta vaccinazione, completa di booster (il green pass rafforzato) o limitata alla seconda dose (il green pass base, utile solo per entrare in alcuni luoghi)? La lista è piuttosto lunga: poche, infatti, sono le eccezioni in cui il certificato verde sarà ancora richiesto

Sport praticato e guardato

Gli sportivi che frequentano palestre e piscine al chiuso non dovranno più avere il green pass a portata di mano, prima di iniziare la loro sessione di allenamento o di godersi qualche rilassante bracciata. E non servirà nemmeno più per assistere alle manifestazioni sportive, all'aperto o al chiuso. Niente più green pass per sostenere la propria squadra di calcio allo stadio, in vista dello sprint finale del campionato, ma nemmeno nei palazzetti e in tutti gli altri impianti in cui si svolgono eventi sportivi.

Divertimento

Addio al green pass anche per la partecipazione a feste e cerimonie, nonostante si tratti di occasioni ad alto rischi assembramento. E fine dell'obbligo anche per quanto riguarda l'ingresso alle discoteche - i cui gestori sperano così in un rilancio definitivo dopo due anni di enormi difficoltà, che hanno portato anche alla chiusura di una serie di ritrovi - e le sale da gioco, così come per il cinema e il teatro. In questi locali (così come in  tutti gli spazi al chiuso) lo stop al green pass potrebbe abbinarsi all'addio all'obbligo di indossare la mascherina al chiuso, anche se c'è da scommettere che qualche loro frequentatore continuerà a portarla, quanto meno per precauzione. E il green pass non servirà più neanche per partecipare a convegni, congressi, fiere e mostre.

Mangiare e bere

Titolari e lavoratori di bar, ristoranti e tutti gli esercizi pubblici dove si forniscono cibo e bevande non dovranno più chiedere il green pass ai loro clienti. Per pranzare o cenare, ma anche per concedersi uno snack o bere un drink, quindi, non si dovrà più essere in possesso della certificazione verde, nella sua versione rafforzata o base.

Trasporti

Sui mezzi di trasporto pubblico locali, bus e metropolitana, l'addio al green pass era stato anticipato all'1 aprile, prima tappa della marcia verso il ritorno alla normalità voluto dal governo Draghi. Da domenica 1 maggio il documento che attesta l'avvenuta vaccinazione anti-Covid 19 non servirà più nemmeno per i viaggi in aereo, nave, treno o pullman, anche per itinerari di lunga percorrenza.

Luoghi di lavoro e studio

L'obbligo di green pass sul luogo di lavoro è stata una delle norme più dibattute fra quelle riguardanti la certificazione verde. In molti hanno contestato la legittimità della norma, definendola discriminatoria. Ebbene, dall'1 maggio il green pass non andrà più esibito al momento di accedere in ufficio o in qualsiasi altro luogo di lavoro, a parte il caso delle professioni sanitarie (medici, infermieri e altri lavoratori nelle strutture sanitaire) e dei dipendenti delle Rsa e luoghi di cura simili. Addio al green pass anche per seguire i corsi universitari in presenza e per i concorsi.