Grandi opere pubbliche, Draghi mette il turbo

Un piano shock da 83 miliardi con il debito pubblico che sale al 160% del Pil

Il premier Mario Draghi

Il premier Mario Draghi

Un piano Shock da 83 miliardi di euro per sbloccare 57 grandi opere pubbliche. Il governo Draghi mette il "turbo" e vara un maxi intervento per incentivare la ripresa economica che si aggiunge ai recenti provvedimenti inseriti nel Decretro Sostegni bis. "Il ministro Giovannini, che ringrazio, ed io abbiamo fatto la nomina di 57 commissari per 57 opere infrastrutturali". Così il premier Mario Draghi, parlando in conferenza stampa. "Queste - ha spiegato il presidente del Consiglio - erano opere già finanziate e deliberate, aspettavano di essere attuate. Il ministro ha preparato un cronoprogramma dove si vede esattamente la data di apertura dei cantieri".

Cronoprogrammi 

"L'attuazione delle opere commissariate determinera' anche importanti ricadute economiche e occupazionali - commenta il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Considerato che una parte significativa delle opere è localizzata al Sud, ci aspettiamo impatti positivi in termini di riduzione del gap infrastrutturale tra i territori del nostro Paese. In due mesi abbiamo completato un processo che era fermo da tempo, ma ora occorre procedere velocemente all'attuazione dei cronoprogrammi e a tal fine intendo incontrare al piu' presto i commissari. Il Ministero monitorera' trimestralmente la realizzazione delle diverse fasi, cosi' da rimuovere tempestivamente eventuali ostacoli".

La tipologia 

Ecco la tipologia degli interventi sottoposti a commissariamento: le infrastrutture ferroviarie hanno un valore di 60,8 miliardi, quelle stradali 10,9 miliardi, i presidi di pubblica sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9 miliardi. Per accelerare la realizzazione di tali interventi, a dicembre 2020 è stato firmato con le organizzazioni sindacali un Protocollo d'intesa che prevede l'ottimizzazione dei turni di lavoro su 24 ore.

Debito Pubblico

Il debito  pubblico, che salirà a quasi il 160% del Pil nel 2021 per le misure adottate per fronteggiare la crisi pandemica resta "del tutto sostenibile" e "un graduale processo di riduzione comincerà dall`anno prossimo, con una riduzione di 3,5 punti percentuali nel 2022 e 3,6 punti percentuali complessivi nel biennio seguente". E' quanto si legge nel Documento di Economia e Finanza. "Se si guardasse al rappporto debito-Pil con gli occhi di ieri ci si dovrebbe preoccupare - ammette il premier Draghi -. La pandemia invcece giustifica questo grosso indebitamento". Il quadro insomma è cambiato anche se l'obiettivo di "diminuire il debito resta comunque un obiettivo", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "La vera domanda non è più la sostenibilità del debito ma il modello di crescita del Paese".