Vaccini e casi di trombosi, Galli: "Non si ferma una campagna vaccinale per delle magagne"

L'infettivologo tranchant ad Agorà: "E' bloccare l'immunizzazione di massa che causerebbe tanti altri morti"

Massimo Galli

Massimo Galli

"Si deve accettare il concetto che, nell'ambito di milioni di vaccinati, possono emergere delle 'magagne', chiamiamole così. E queste magagne bisogna capire se sono da vaccino oppure no. E comunque, nella loro dimensione, non devono far cessare una campagna vaccinale la mancata esecuzione della quale certamente si può associare e si assocerà a molti morti". Così Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano, interviene ad 'Agorà' su Rai3 in merito ai possibili eventi avversi tromboembolici rari sotto la lente per i vaccini anti Covid di AstraZeneca e di Janssen (Johnson&Johnson), prodotto, quest'ultimo, il cui impiego è stato stoppato negli Usa e per il quale è stato rimandato il lancio in Europa.

"Anche quello russo", lo Sputnik V, "che secondo me è un buonissimo vaccino - sottolinea l'esperto - potrebbe, utilizzato in milioni di persone, cosa che non è ancora successa, avere come tutti gli altri, e sottolineo come tutti gli altri, qualche magagna". Ma fermare una campagna di immunizzazione per un evento raro al momento neppure correlato con certezza alla vaccinazione, secondo Galli è un errore e costerà delle vite. "Ricordo quanti morti abbiamo già avuto in Italia", oltre 115mila. "Ho anche smesso di fare la conta - dice il medico - perché non ne posso più della conta dei morti".