Covid, Galli: "Stop alle mascherine in aereo? Sbagliato, troppa fretta"

L'infettivologo: "I dispositivi di protezione sono una seccatura ma vanno portati, come il casco in moto"

Massimo Galli

Massimo Galli

Lo stop all'obbligo della mascherina in aereo "è un déjà-vu di fatti già visti nei due anni passati: c'è troppa fretta, politica, di mettersi tutta la pandemia alle spalle. Ma dalle notizie che arrivano dal Sudafrica con nuove varianti Omicron 4 e 5 che avanzano minacciose, togliere la mascherina in aereo ora è sbagliato". Lo afferma all'Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ritornando sull'aggiornamento arrivato dall'Easa e Ecdc al via da lunedì 16 maggio. 

"Sono il primo che pensa che la mascherina sia una seccatura ma non bisogna vederla in questo modo", osserva Galli che illustra con un esempio come i dispositivi di potezione non devono essere demonizzati. "Molte signore che conosco, che utilizzano per necessità un motorino - prosegue - si infastidiscono perché devono usare il casco che però rovina la loro piega. Ma queste signore usano lo stesso il casco perché protegge in caso di caduta. La mascherina - rimarca - è uno strumento di protezione individuale che va portato, soprattutto in luoghi chiusi come un aereo o un treno". 

Secondo Galli, "togliere così le mascherine in aereo è un problema che preclude determinati spazi alle persone che hanno fragilità, queste se vanno in aereo o in treno con persone che non usano la mascherina hanno - conclude - un rischio più alto di infettarsi e di avere conseguenze".