Precipita funivia al Mottarone: i sogni di due coppie andati in frantumi

Silvia Malnati, Alessandro Merlo, Vittorio Zorloni, Elisabetta Persanini e il loro bambino Mattia: le cinque vittime varesine del disastro

Alessandro Merlo e Silvia Malnati

Alessandro Merlo e Silvia Malnati

Varese -  Il naso in su, pronti a toccare le nuvole, le mani intrecciate in attesa di toccare terra, sospesi in aria nel blu come da tanti mesi sognavano di fare e poi il vuoto improvviso di una giostra impazzita sulla quale non avevano chiesto di salire, le grida e lo schianto. Sono morti così Silvia Malnati, 27enne di Varese e il fidanzato Alessandro Merlo, di 29 anni, Vittorio Zorloni ed Elisabetta Persanini, di 55 e 37 anni, residenti a Vedano Olona, lei originaria di Como, vittime della funivia di Stresa divenuta trappola mortale, ieri all’ora di pranzo; Mattia Zorloni, cinque anni, ha raggiunto la mamma Elisabetta e il papà dopo qualche ora, quando ricoverato al “Regina Margherita“ di Torino il suo cuore ha smesso di battere.

I suoi genitori avrebbero dovuto sposarsi fra qualche settimana, progetto che forse sarebbe arrivato presto anche per i due giovani fidanzati varesini. È dunque l’amore il filo conduttore di queste famiglie: storie e sogni per il futuro che ieri – in una infausta e tragica domenica – il destino ha spazzato via in una manciata di secondi. Entrambe le coppie varesine erano salite su quella funivia con l’obiettivo di fare una gita fuori porta, per respirare un po’ di aria buona e godersi il panorama, come probabilmente desideravano fare da tantissimo tempo, alla fine di un anno di privazioni difficile per tutti.

Silvia e Alessandro, amanti della natura, attaccatissimi a famiglia ed amici, erano insieme da oltre cinque anni e condividevano le stesse passioni, ovvero la natura, le escursioni e la libertà. Straziante riguardare le loro immagini di gioia postate sui social, spesso corredate da bellissime frasi, soprattutto di Silvia. "La libertà è come l’aria, ci si accorge quanto vale quando comincia a mancare", ha scritto la giovane insieme a una foto che la ritrae con il fidanzato e una coppia di amici sulla neve, in Val di Mello (Sondrio), a febbraio. E proprio in nome di quella voglia di libertà che i due negli anni hanno girato in lungo e in largo lo Stivale, dalla Calabria alla Valtellina, dalle Langhe al Salento ma, più di tutto, le zone attorno al Lago Maggiore, fino ad arrivare a ieri, per quell’ultima drammatica escursione finita in tragedia.

Silvia si era laureata solo un mese fa dopo cinque anni di frequenza all’università degli Studi di Milano, mentre lavorava come commessa da "Kiko", tra Milano e Varese. Sorridente, e con un vestito a pois, la corona d’alloro come la si vede ritratta nelle immagini del suo profilo social, aveva festeggiato postando come commento una frase del grande poeta e scrittore tedesco Goethe: "Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora". Al suo fianco sempre Alessandro, impiegato con la passione per la moto, i videogiochi, le vette innevate e il mare. Vittorio ed Elisabetta, tenendo per mano il piccolo Mattia, avrebbero coronato il loro amore con il rito civile già programmato in municipio il prossimo 24 giugno.

Se ne sono andati stretti l’uno all’altro: erano saliti a bordo della funivia, persuasi di trascorrere una giornata in famiglia, all’aperto, per mostrare al loro piccolo quanto possa essere bello il mondo dall’alto, spronarlo a sognare in grande. Le loro vite, le loro speranze, così come quelle dei giovani fidanzati e di tutte le altre vittime di questo tragico incidente, sono state spazzate via da un cavo maledetto, su cui adesso la magistratura dovrà fare luce. Commosso, il sindaco di Varese Davide Galimberti ha sentito i famigliari di Silvia e Alessandro, al quale "ho espresso loro le condoglianze di tutta la città. Sia fatta al più presto luce sulle cause della tragedia".