Funivia del Mottarone precipitata: i tre fermati in carcere. Tutte le accuse a loro carico

Gli inquirenti: "Il freno non è stato attivato volontariamente". Il procuratore: "Comportamento consapevole e sconcertante"

La funivia precipitata

La funivia precipitata

Luigi Nerini, 56enne di Baveno (Verbania) proprietario della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell'esercizio Enrico Perocchio (che ricopre lo stesso incarico alla funivia del santuario Nostra Signora di Montallegro a Rapallo) e il capo servizio Gabriele Tadini, fermati nella notte per l'incidente di domenica alla funivia del Mottarone in cui sono morte 14 persone, sono stati portati nel carcere di Verbania. Non solo omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravissime (in relazione alle condizioni del piccolo Eitan ricoverato all'ospedale Regina Margherita di Torino): i tre arrestati devono rispondere anche del reato di "Rimozione od omissione dolosa di cautele" previsto dell'articolo 437 del codice penale che punisce chi "omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia". Ipotesi aggravata "se dal fatto deriva un disastro". Per questa accusa la condanna può arrivare fino a 10 anni. Lo spiega il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, a capo dell'inchiesta sulla cabina precipitata.

"La rottura del cavo è stata l'innesco della tragedia.  C'è stato un comportamento consapevole e sconcertante di chi ha preferito il guadagno alla sicurezza. Ora si tratta di approfondire quanto accennato sui freni. Abbiamo bisogno dell'intervento dei tecnici - le parole del magistrato - Domenica l'altra cabina non aveva il forchettone, ma verificheremo se l'apposizione era stata fatta anche su quella", aggiunge a proposito del sistema utilizzato per evitare che la funivia si fermasse di continuo e che, secondo gli accertamenti della Procura, ha causato la mancata attivazione dei freni. "Bisogna anche capire - conclude - se la presenza di un solo forchettone o due avrebbe avuto effetto analogo".

"Le tre persone fermate hanno ammesso le responsabilità - lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani -. Il freno non è stato attivato volontariamente". intervistato durante la trasmissione Buongiorno Regione su Rai Tre, l'ufficiale dell'Arma aggiunge: "Non è stato facile, ma abbiamo cercato di ricostruire nel miglior modo possibile e nel modo più scrupoloso tutto quello che è accaduto e ciò che ha portato alla tragica fine delle vittime. Ci potrebbero essere degli sviluppi, ma in questo momento non possiamo dirlo. Era comunque importante dare un segnale velocemente, con una attività scrupolosa e corretta, nel rispetto di tutti, soprattutto di chi ha perso la vita".