Funivia Mottarone, ventiquattro secondi per morire: lo schianto in un video

A due settimane dalla morte di 14 persone, sotto la lente le immagini della tragedia

La funivia del Mottarone precipitata

La funivia del Mottarone precipitata

Ventiquattro secondi, pochissimi istanti che devono essere invece apparsi eterni a chi era bloccato dentro quella cabina di funivia che stava precipitando verso il basso e si rendeva conto che la vita stava sfuggendo per sempre. Dall’avvicinamento alla stazione allo schianto: dura meno di mezzo minuto il video registrato dalle telecamere di sicurezza dell’incidente alla del Mottarone. Le immagini sono state acquisite dai carabinieri e sono agli atti dell’inchiesta della Procura di Verbania, a due settimane dall’incidente che ha annientato quattordici persone. I fotogrammi mostrano la cabina numero 3, con a bordo i quindici passeggeri, che si accinge a entrare nella stazione. Sono le 12.12, come annotano gli stessi inquirenti. "Ad un certo punto si rompe una fune che provoca l’impennata della cabina e il suo conseguente ritorno a velocità non controllata verso il pilone tre – spiega chi tra gli investigatori dell’Arma ha visionato quelle immagini –, Lì la cabina precipita al suolo".

La sequenza delle immagini sarà fondamentale per aiutare gli inquirenti a capire che cosa abbia provocato la rottura della fune trainante, una delle due concause dell’incidente insieme al mancato funzionamento del freno di emergenza per la presenza dei ceppi. Intanto, il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi ha incontrato a Palazzo di giustizia il colonnello Alberto Cicognani e il capitano Luca Geminale. La riunione è servita, fra l’altro, a concordare i tempi dei prossimi accertamenti e del sopralluogo sul fianco della montagna dove ancora giacciono i resti della funivia. La parola, dalla prossima settimana, passerà ai consulenti tecnici. Sono molti i punti da chiarire: innanzitutto perché si è spezzato un cavo progettato per durare, costruito per sostenere uno sforzo fino a 5 volte superiore a quello a cui viene sottoposto, ispezionato dalla ditta Leitner il 20 novembre con regolare verifica magnetografica. La procura desidera un "accertamento tecnico irripetibile", mentre l’avvocato Marcello Perillo, difensore del caposervizio Gabriele Tadini, l’unico indagato agli arresti domiciliari, vorrebbe accelerare i tempi con una perizia super partes disposta direttamente dal tribunale con la formula dell’"incidente probatorio". I collaboratori dell’avvocato, Andrea Gruttadauria e Riccardo Falco, hanno cominciato a esaminare una quantità di foto recuperate in prevalenza da internet. Nel fascicolo processuale ci sono, per ora, due video (durata 24 e 30 secondi) realizzati da un maresciallo dei carabinieri che ha ripreso con il telefonino le immagini della videosorveglianza.