Funerali dell'ambasciatore Attanasio. Le parole dell'omelia dell'arcivescovo Delpini

Nella predica Delpini ha immaginato un commovente dialogo fra Dio e l'ambasciatore ucciso in Congo

L'arcivescovo Mario Delpini

L'arcivescovo Mario Delpini

Limbiate - Le parole più difficili da trovare sono quelle per la moglie e le figlie «e credo che la parola più significativa è quell'oasi di celebrare la messa e chiedere al Signore di consolare i vivi e accogliere nella sua gloria colui che è andato via così». Lo ha detto l'arcivescovo di Milano Mario Delpini arrivando al campo sportivo di Limbiate per il funerale pubblico di Luca Attanasio l'ambasciatore della Repubblica democratica del Congo ucciso lunedì.

«L'ho conosciuto solo fugacemente quando è venuto a trovarmi prima del mio viaggio in Congo - ha ricordato l'arcivescovo - ma soprattutto ho avuto la testimonianza dei nostri missionari, della gente che ho visto in Congo che sentivano in lui un alleato per tutte le opere di solidarietà di promozione umana che caratterizzano in generale la presenza delle nostre comunità cristiane». Il campo sportivo della cittadina dove Attanasio è cresciuto e dove abita la sua famiglia si è riempito rapidamente per dare l'ultimo saluto a Luca dopo il funerale di Stato giovedì mattina a Roma. L'ambasciatore sarà poi seppellito nel comune che lo ha visto crescere e al quale era rimasto profondamente legato.

"Troppo breve è stata la tua vita. Eppure dall'alto della croce si può gridare: 'È compiuto!', come nel momento estremo si può offrire il dono più prezioso, senza che il tempo lo consumi". Lo ha detto l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario  Delpini, nella sua omelia per Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha Milambo. "La tua partenza non diventerà una assenza, la tua presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza", ha aggiunto. 

Nella sua meditazione su una delle più celebri pagine del Vangelo di Matteo (capitolo 25, versetti 31-46). Delpini ha immaginato un dialogo tra Gesù e l'ambasciatore: "Descrive quello che potrà dire a me, a ciascuno, il Signore, e quello che io, ciascuno, potremo dire quando staremo soli alla presenza del Signore. Il Signore dirà: 'Da dove vieni Luca, fratello'. E Luca risponderà: 'Vengo da una terra in cui la vita non conta niente', dove si muore e non importa a nessuno, dove si uccide e non importa a nessuno, dove si fa il bene e non importa'". 

Il Signore, secondo il dialogo immaginario proposto dall'arcivescovo replicherà: "Non dire così, Luca, fratello mio. Io scrivo sul libro della vita il tuo nome come il nome di un fratello che amo, di un fratello che mi è caro. Io ti benedico per ogni bicchiere d`acqua, per ogni pane condiviso, per l'ospitalità che hai offerto".  E concludendo l'immaginario faccia a faccia, l'arcivescovo ha detto: "Luca risponderà a sua volta: 'Piango perché piangono le persone che amo; piango perché restano giovani vite che hanno bisogno di abbracci e di baci, di coccole e di parole vere e forti e non sarò là per asciugare le loro lacrime e condividere le loro gioie'. E il Signore dirà: 'Non dire così, Luca, fratello mio. Io manderò lo Spirito Consolatore, Spirito di sapienza e di fortezza, Spirito di verità e di amore e si stringeranno in vincoli d`affetto invincibile coloro che ti sono cari e nessuno sarà abbandonato e io stesso tergerò ogni lacrima dai loro occhi'".