Frecciarossa deragliato, l’emergenza? Pagano i pendolari

I convogli regionali subiscono ritardi tra i 20 e i 60 minuti. La voce storica dei viaggiatori: "Tagliate qualche corsa dell’Alta velocità"

Frecciarossa deragliato a Livraga

Frecciarossa deragliato a Livraga

Lodi, 17 febbraio 2020 - «I disagi per i pendolari si sono aggravati in misura esponenziale a seguito del tragico deragliamento, lo abbiamo sempre chiamato così e non svio, del Frecciarossa 1000". Ettore Fittavolini è la voce “storica” dei pendolari della Piacenza-Milano, per molti anni presidente dell’associazione.

Fittavolini, come vede gestita l’emergenza? "Punto fermo il doveroso omaggio alle vittime, i due macchinisti, lavoratori incolpevoli morti nell’espletamento del dovere, e ai feriti, che sono stati trentuno. Questo è stato un miracolo perché, data l’ora, il treno era semivuoto. Se fosse toccato al treno successivo, normalmente pieno di viaggiatori, sarebbe stato un disastro epocale. Detto questo, rimane riprovevole il modo in cui le Ferrovie stanno gestendo un’emergenza che si protrarrà per diverse settimane, tra recupero delle carrozze, ripristino della massicciata, dei binari e della linea elettrica aerea, tutti danneggiati per circa un chilometro. È una gestione ai danni dei pendolari".

Perché? "Stiamo vedendo e vivendo ritardi medi fra i 20 e i 60 minuti, su una linea storica come la Milano-Bologna, che era già sovraccarica di treni: i convogli Trenord per Milano-Piacenza, Milano-Codogno-Cremona-Mantova, Pavia-Codogno-Milano, la S6 che fa capo a Lodi, i regionali Bologna-Milano e Parma-Milano, gli intercity e le varie Frecce, ovvero 140 convogli al giorno nelle due direzioni. A tutto questo traffico si sono aggiunti altri 120 treni, i Frecciarossa deviati dalla linea Alta velocità e gli Italo".

D’accordo. Ma si trattava e si tratta di gestire un’emergenza importante. "Assolutamente sì. Però in questo delirio, come purtroppo è sempre successo, la precedenza viene data all’Alta velocità, a tutto danno di chi ogni mattina fa levatacce per andare a Milano a lavorare o a studiare e che nel viaggio di ritorno ambirebbe a non subire ulteriori disagi dopo una giornata lontano da casa. E stiamo parlando di un numero di viaggiatori superiore in misura esponenziale a quelli dell’Alta velocità. A noi pendolari non sembra né giusto né corretto".

Vede una gestione alternativa? "Almeno una: tagliare momentaneamente qualche treno dell’Alta velocità".

E oltre a questo? "Alla luce di quello che leggiamo sulle cause e le indagini in corso, ci stiamo ponendo diversi interrogativi sulla qualità dei controlli e delle manutenzioni che vengono effettuate. Il patrimonio di conoscenze e professionalità all’interno delle Ferrovie negli anni è stato spolpato, a causa del massiccio ricorso alla esternalizzazione delle attività. Tutto nell’ottica dell’abbassamento dei costi. La sicurezza in ferrovia è un diritto sacro e inalienabile Non ci possono essere sconti: ne va della vita delle persone".