Una vita da libero: Franco Baresi si racconta

Lo storico capitano del Milan pigliatutto oggi presenta il suo libro al Festivaletteratura di Mantova

Franco Baresi, ex calciatore del Milan

Franco Baresi, ex calciatore del Milan

Mantova - Un’icona del calcio mondiale nell’agorà letteraria: per Franco Baresi, classe 1960, mito dei tifosi milanisti, simbolo sin dalle cronache di Gianni Brera del gladiatore in campo, sarà una novità affrontare il pubblco del Festivaletteratura. Oggi lo aspetta il palco più prestigioso, quello di piazza Castello all’interno di Palazzo Ducale (alle 17) per un incontro che si intitola “Numero 6“, come dire il 10 di Maradona. Baresi a Mantova viene a parlare di un libro, ovviamente. Del suo libro, intitolato "Liberi di sognare", come svelato da lui stesso su Instagram. Presentazione ufficiale il 30 settembre. Intanto lui, Baresi, il campione del mondo dell’82 in Spagna e vice campione nel‘94, si prepara all’evento.

Emozionato? Cosa prova nell’attesa di affrontare un contesto così inconsueto? Magari avrebbe preferito tentare un tackle a Maradona, che lei stesso ha definito il suo avversario più temibile? "Certamente sarà una novità per me, non mi è mai capitato prima. Ma sono in buona compagnia e quindi mi sento tranquillo con Federico Buffa, che è stato il mio compagno di viaggio in questa esperienza letteraria".

Quando ha iniziato a pensare al libro, e da quali motivazioni è stato spinto a scriverlo? "È quello che racconterò al pubblico di Mantova: spiegare come ho scritto il libro e perché . Il pensiero è venuto quasi un paio di anni fa prima del primo lock-down . Per i miei 60 anni ho pensato che valesse la pena di raccontare la storia che c’è dietro ciò che ho ottenuto, un traguardo che non mi sarei mai immaginato".

Oggi, che considerazioni trarrebbe? "Non volevo scrivere una semplice biografia, ma raccontare cosa c’è dietro certi risultati. Secondo me questa mia esperienza iniziata quando avevo 5 anni e terminata sul campo con i 20 entusiasmanti giorni e la finale mondiale del ‘94 , non vale solo per il calcio, ma per tantissime altre persone".

Il suo vuole essere un esempio, un messaggio? "È quello che vorrei per chi vorrà leggermi, ovviamente soprattutto i giovani. Devo aggiungere che, pur tra grandi risultati, la mia vita è stata un’altalena, con i momenti su e quelli giù. Anche questo serve a formare ognuno di noi". Franco Baresi ha avuto una carriera incredibile. È partito dall’oratorio di Travagliato, il suo paese nel Bresciano, da lì ha fatto passi da gigante. Ha esordito in nazionale a 18 anni. Lo chiamavano ‘el piscinin’ e nel tempo è diventato ‘kaiser Franz’ . Nel Milan è stato per 20 anni, dal ‘77 al ‘97. Per 15 ininterrotti ha fatto il capitano dei rossoneri, con i quali ha vinto 6 scudetti e 3 Coppe dei Campioni. Nel ‘99, anno del centenario milanista, è stato scelto come giocatore del secolo per la squadra. La sua maglia, la numero 6, era stata ritirata 2 anni prima, e nessuno potrà più indossarla. Quella volta San Siro lo aveva acclamato sulle note di ‘Grande, grande, grande".

Dopo tanti successi, ricorda ancora la sua terra, la provincia bresciana, e che cosa pensa le abbia dato? "Lo scrivo nel libro: le radici sono importanti e non me ne dimentico. La mia giovinezza è lì. E anche oggi ci torno: quel paesello è ancora casa mia"..