
1 - Terza morte di meningite in pochi mesi, è allarme?
"C’è innanzitutto da dire che questo caso si è manifestato poco dopo la morte delle due studentesse, episodi seguiti molto, anche mediaticamente. Si è creata una psicosi collettiva ma non c’è nessun allarme: non ci sono numeri diversi rispetto al passato. Purtroppo ogni anno si verificano decessi per meningite meningococcica o di altro tipo, e mediamente ci imbattiamo in uno, due casi al mese ma per fortuna con esito negativo. Quello che intendo dire è che non c’è stato un aumento. I casi delle due studentesse, giovani, ammalatesi nella seconda metà dell’anno scorso (quindi nello stesso periodo), e che frequentavano lo stesso luogo, hanno molto colpito l’opinione pubblica. Questo è stato vissuto come un fatto straordinario ma il numero complessivo dei casi riscontrati rientra nell’ordinario" (foto Cusa)

2 - Cos’è la "meningococcica" e come si trasmette?
"È un’infezione del sistema nervoso centrale. Importante ricordare che il contagio può avvenire solo attraverso contatti ravvicinati. Faccio qualche esempio: con un bacio, utilizzando le stesse stoviglie, parlando a pochissima distanza. Non ha senso pretendere disinfestazioni dell’ambiente, bonifiche o altro... È a rischio contagio solo chi ha avuto contatti ravvicinati con la persona malata per un periodo di tempo non breve, indicativamente maggiore di 4 ore. Si parla di “contatto stretto”"

3 - Non occorre quindi cambiare abitudini?
"No, tutto deve andare avanti regolarmente. Se ieri, per paura o precauzione, studenti o dipendenti della scuola in cui la professoressa insegnava non si sono presentati, hanno fatto qualcosa di inutile. Perché, appunto, non c’è pericolo negli ambienti. Si può rischiare il contagio solo avendo a che fare direttamente con la persona. Si sta cercando di tranquillizzare il personale, gli studenti, i genitori, ma anche gli altri cittadini. Non c’è motivo di allarmarsi, sono state prese le precauzioni e si sta agendo come sempre avviene di norma"

4 - E in che modo in questo caso specifico?
"Nelle 6 classi frequentate dalla professoressa è stata effettuata oggi (ieri per chi legge, ndr) la profilassi antibiotica, che aveva già interessato mercoledì i familiari della donna e il personale ospedaliero che era entrato in contatto con lei. Nelle scuole questa modalità di intervento è già stata applicata con esiti sempre favorevoli. Ora, alle famiglie degli studenti è stato assicurato che verranno messe in campo tutte le azioni necessarie per garantire l’incolumità dei ragazzi"

5 - C'è un ceppo più pericoloso degli altri?
"Ci sono diversi gruppi di meningococco: B, C, A, W e Y. Normalmente non determinano malattia, in alcuni casi però possono diventare aggressivi per l’organismo e causare meningite (infezione del sistema nervoso centrale) e/o sepsi (infezione generalizzata). La contagiosità è comunque bassa. E poi si deve dire che non in tutti i Paesi è frequente lo stesso tipo di ceppo. Esistono anche le meningiti da pneumococco (il quale può causare pure polmonite, o infezioni delle vie respiratorie), che si presentano in forma sporadica"

6 - C’è chi punta il dito contro i migranti...
"I migranti non c’entrano nulla, chi punta il dito lo fa in malafede. E questo per un motivo: come dicevo prima, ci sono ceppi “caratteristici” nei diversi Paesi e continenti. In Italia e in Europa, i ceppi più presenti sono quelli di tipo B e C, mentre quelli A, Y e W sono più frequenti in Africa e in altri Paesi da cui generalmente provengono i migranti. Per questo dico che parlare di un «contagio causato dalle migrazioni» non è per niente appropriato"

7 - Sono aumentate le telefonate di cittadini allarmati?
"Sì, perché a seguito dei casi e dell’attenzione mediatica che ne è conseguita si è generata una psicosi, un’isteria collettiva. Ed è comprensibile che la gente voglia capirci di più, sentirsi al sicuro. Ma non bisogna farsi prendere dal panico, non serve, ripeto, cambiare abitudini. E, parlando di bambini, non occorre stravolgere il calendario dei loro vaccini, non allarmarsi, non scatenare “corse” inutili"

8 - A proposito di vaccini: come bisogna agire?
"Il vaccino è previsto nei livelli essenziali di assistenza, è un diritto a cui tutti i genitori possono accedere: la prima infanzia è il momento giusto per vaccinare. E vaccinarsi è gratuito, fino ai 18 anni, per il ceppo di tipo C a cui, da quest’anno, si è aggiunto quello di tipo B per i nuovi nati. Ma se da un lato è utilissimo e stiamo assistendo è i ingiustificata"

9 - E nel caso di persone adulte? Che fare?
"Consigliabile il vaccino anche per chi ha più di 18 anni. Soprattutto per gli adolescenti e i ventenni, nel caso non fossero vaccinati, perché a quell’età i rapporti sociali generalmente sono molto più frequenti e intensi. Consigliabile, ma non c’è nessuna fretta, torno a dire. Il vaccino per gli adulti è in co-pagamento"

10 - Quali sono i sintomi della malattia?
"Febbre, spossatezza, irrigidimento del collo e della nuca, senso di confusione. La malattia colpisce più facilmente bambini sotto i 5 anni (più soggetti alle malattie a quell’età) e i ragazzi poco più che adolescenti. Ma possono anche manifestarsi dei sintomi atipici, come macchie sul corpo. E se non sono quelli consueti è più difficile identificare la malattia"