Fondi Lega: caso 49 milioni, ipotesi di riciclaggio. Indagato l’assessore Galli

L’inchiesta è tutta genovese e nasce da quella sui rimborsi elettorali che la Lega avrebbe ottenuto ai danni del Parlamento tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci

Stefano Bruno Galli (Autonomia)

Stefano Bruno Galli (Autonomia)

Milano, 11 dicembre 2019 - «In merito alle indagini che riguardano un’associazione che porta il mio nome preciso di non aver mai avuto in essa alcun ruolo gestionale né operativo. Sono certo della correttezza della gestione da parte del presidente e dei consiglieri». Il primo che, via social, prende le distanze dall’inchiesta che dà la caccia ai 49 milioni confiscati alla Lega e che ieri ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati dell’assessore all’Autonomia e alla Cultura della regione Lombardia Stefano Bruno Galli è l’ex governatore Roberto Maroni. L’accusa ipotizzata nei confronti di Galli - nella sua qualità di presidente dell’Associazione Maroni Presidente - è quella di riciclaggio. I militari della Finanza ieri hanno perquisito uffici e domicili a Milano, Monza e Lecco. L’inchiesta è tutta genovese e nasce da quella sui rimborsi elettorali che la Lega avrebbe ottenuto ai danni del Parlamento tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci. Il processo si è concluso lo scorso 6 agosto con una sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati per Umberto Bossi e per il tesoriere Belsito, ma ha confermato la confisca dei 49 milioni.

L’ipotesi su cui stanno ora lavorando i magistrati genovesi riguarda il presunto riciclaggio di parte di quei fondi, che da settembre il partito sta restituendo allo Stato a rate: secondo i pm parte dei 49 milioni sarebbero stati fatti sparire in Lussemburgo attraverso la banca Sparkasse di Bolzano e poi fatti rientrare, in parte, subito dopo i primi sequestri disposti della procura. La banca ha, invece, sempre sostenuto che quei fondi fossero soldi dello stesso istituto, slegati dal partito. A giugno scorso , però, investigatori e inquirenti genovesi hanno ascoltato, come persona informata sui fatti, l’ex consigliere della lista «Maroni Presidente», Marco Tizzoni, che a Milano aveva presentato un esposto in cui aveva adombrato il sospetto che l’Associazione Maroni Presidente «fosse stata tenuta nascosta ai consiglieri, dovendo servire quale soggetto occulto di intermediazione finanziaria in favore della Lega o di terzi».

Il presidente dell’ associazione - stando a quanto si legge nello statuto pubblicato sul sito - è Galli, che è anche assessore all’Autonomia e alla cultura della Regione Lombardia, mentre il consiglio direttivo è composto da Andrea Cassani, Ennio Castiglioni e dall’ex sottosegretario Stefano Candiani. Il tesoriere è Federica Moro. Galli è indagato specificamente «per aver compiuto operazioni - si legge nella nota ufficiale della procura di Genova - su una parte delle somme di denaro provento dei reati ex art. 640 bis (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) commessi da Umberto Bossi e Francesco Belsito attraverso l’Associazione Maroni presidente». Le attività di perquisizione hanno riguardato anche le società Boniardi Grafiche Srl di Milano e Nembo Srl con sede a Monza che, secondo quanto reso noto dalla procura, hanno fornito servizio per le campagne elettorali della Lega.