Cutolo: il figlio del boss fu assassinato a Tradate

Dieci colpi di pistola davanti a un bar: il giovane Roberto ucciso per una vendetta ordita dalla criminalità calabrese

Raffaele Cutolo, al centro, durante un processo

Raffaele Cutolo, al centro, durante un processo

Tradate (Varese), 18 febbraio 2021 - Dieci colpi secchi, una mano in cerca di vendetta a premere il grilletto e un silenzio durato decenni sul suo omicidio. Fu assassinato il 19 dicembre del 1990 a Tradate, nel Varesotto, dove si trovava in soggiorno obbligato Roberto Cutolo, il figlio di Raffaele Cutolo, capo della “nuova Camorra organizzata”, morto a 79 anni nel reparto ospedaliero del carcere di Parma dopo una lunga malattia.

I tentacoli avvolgono il nord

Roberto fu freddato a colpi di pistola a soli 28 anni, davanti a un bar nella provincia di Varese, dove si era trasferito in seguito alla disposizione di una prassi nata con l'obiettivo di allontanare potenziali nuove generazioni di criminali dalla famiglia di origine, ma ben presto trasformatasi in una sciagura. Nel tempo quella decisione, diffusasi soprattutto negli anni '80, si rivelò decisiva per l'esportazione della criminalità organizzata, storicamente sviluppatasi in alcune regioni del sud Italia, in tutto il resto del Paese, consentendo quella ramificazione e stratificazione nella società che oggi conosciamo fin troppo bene. Nel Varesotto, difatti, sono molte le zone “di confino” che si sono trasformate in terreno fertile per lo sviluppo di attività criminali legale a camorra e 'ndrangheta, come testimoniano molte delle più famose inchieste antimafia del Nord Italia, a partire da quelle che hanno riservato duri colpi alla locale ndranghetista Legnano-Lonate Pozzolo.

La sentenza di morte

A condannare il figlio di Don Raffaè alla pena capitale fu un “consorzio” di calabresi a capo di una vera e propria congiura ordita da cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e sacra corona unita. A rivelarlo, 25 anni dopo, fu il pentito Antonino Fiume, cognato e già braccio destro di Peppe De Stefano, boss che spadroneggiava su Reggio Calabria. In particolare a decidere della sorte di Roberto Cutolo fu Mario Fabbrocino, che per il delitto fu condannato all'ergastolo (è morto nel 2019). A quanto rivelato dal collaboratore di giustizia, che nel 2015 iniziò a raccontare molto di quanto era stato taciuto sulla potenza criminale delle consorterie, compresi i dettagli sull'omicidio Cutolo, fu proprio Fabbrocino a chiedere al cartello mafioso di condannare a morte il figlio del fondatore della nuova camorra organizzata. La richiesta fu appoggiata da alcuni camorristi, desiderosi di fare “piazza pulita” nella battaglia fra correnti interne.

Alleanza fra mafie

Lo stesso Fiume raccontò dell'esistenza di questo mega consorzio criminale che al suo interno riuniva rappresentanti delle diverse "famiglie" della geografia mafiosa, tra cui appunto la camorra. In cambio a Fabbrocino, sempre secondo la testimonianza di Fiume, fu chiesto di uccidere a Napoli i responsabili di un'altra aggressione a mano armata nei confronti di Coco Trovato, noto per essere uno dei più noti 'ndranghetisti della Lombardia e Giuseppe De Stefano, che di Trovato sposò la figlia.