Dai Pinguini a Bugo&Morgan: la carica lombarda al Festival di Sanremo 2020

È la compagine più giovane e nutrita nell’edizione numero 70 della kermesse. Le Vibrazioni e la sofferenza della separazione: la vita è come un ring

Amadeus (Ansa)

Amadeus (Ansa)

Milano, 12 gennaio 2020 - Fosse solo un fatto di statistica, le possibilità che un lombardo si aggiudichi il prossimo Festival di Sanremo è attorno 21%. Grazie, infatti, alle presenze della (strana) coppia Bugo & Morgan, di Paolo Jannacci, di Riki, de Le Vibrazioni e dei Pinguini Tattici Nucleari, la compagine padana è la più nutrita di questa 70a Edizione assieme a quella toscana e a quella laziale; con una piccola preponderanza di quest’ultima se si considera della partita pure Achille Lauro, che è cresciuto a Roma ma è nato a Verona. A decidere, però, saranno come sempre le canzoni e davanti al fatto artistico i numeri si fanno relativi.

Solo tra qualche giorno s’inizierà a parlare di favoriti, intanto però i dati anagrafici dicono che, con un media di 36 anni e mezzo, la squadra lombarda è anche la più giovane fra quelle in gara. Questo anche se a livello individuale, i ventidue anni di Anastasio e di Alberto Urso sono imbattibili. Venticinque ne ha invece il bresciano Matteo Faustini, in gara tra le Nuove Proposte con “Nel bene e nel male”. Matteo se la vedrà, fra gli altri, con Tecla Insolita, che viene da Piombino, ma è nata a Varese.

Qualcuno si è chiesto perché i Pinguini gareggiano fra i big. La risposta sta nel tour che da fine febbraio li vede in scena per nove sere nei più importanti palasport italiani, risultato che buona parte dei colleghi in gara quest’anno si sogna in cartolina. «Ora abbiamo una major alle spalle e tutto è più stabile, ma i numeri nel live li abbiamo sempre fatti come testimoniano i sold out con mesi d’anticipo degli ultimi show ai Magazzini Generali e all’Alcatraz», dice il frontman della band bresciana Riccardo Zanotti, che dopo aver esaurito il debutto al Forum del prossimo 29 febbraio s’è vista costretta ad aggiungere una replica il 19 marzo. In questo suo primo Sanremo il sestetto col nome rubato ad una birra (per la cronaca, la Tactical Nuclear Penguin) sale sul Sottomarino Giallo con un pezzo intitolato “Ringo Starr”. «Lui è un’icona di undertstatement che amiamo», ammette Zanotti. «Pure a noi, infatti, piace tenere un profilo basso, sfumato, senza sgomitare per accaparrarci un posto in prima fila. Se dici Beatles quello di Ringo non è forse il primo nome che ti viene in mente, eppure ha fatto cose fondamentali e rivoluzionato, a suo modo, il ruolo del batterista. Questo pezzo, che come una creatura mitologica multicefala, si muove tra pop, rock e funk; non l’avevamo pensato per il Festival, ma alla fine ci è piaciuto tentare».

Oltre a Gabbani, fra gli artisti in gara quest’anno, i Pinguini giurano di stimare innanzitutto Morgan e Le Vibrazioni. «Bugo non è giovanissimo, ma scrive molto bene», spiega Morgan, che oltre a cantarci assieme “Sincero”, condivide con l’amico pure l’età: 46 anni. «Il dato anagrafico, comunque, è relativo. Ci sono, ad esempio, autori come Finardi che, a dispetto dell’età, nei loro dischi riescono a mettere la freschezza e l’inventiva di un ventenne. Col vantaggio di un’esperienza capace di renderli, però, molto più interessanti». Stesso discorso per Le Vibrazioni, che tornano in Riviera due anni dopo l’11° posto di “Così sbagliato”. La loro “Dov’è” trabocca, infatti, d’esperienza e di vita vissuta. «Il pezzo nasce da un periodo di sofferenze personali e parla della capacità̀di affrontare le durezze della vita senza farsi travolgere», ha spiegato giorni fa il chitarrista cantante Francesco Sarcina alludendo alla separazione dalla moglie Clizia Incorvaia. «Ho fatto esperienze che mi hanno colpito, ma non abbattuto, perché, nella vita come sul ring, bisogna anche saper incassare».