Festa della donna, i luoghi comuni da demolire oltre l'8 marzo

Discriminazioni e pericoli sono ancora all'ordine del giorno

Un ramo di mimosa

Un ramo di mimosa

"La festa della donna deve essere tutto l'anno". Ilenia Fabbri, Piera Napoli, Sonia Di Maggio, Luljeta Heshta, Debora Saltori, Clara Ceccarelli e le altre donne uccise da compagni o ex lo avrebbero desiderato tanto. "Adesso sì che le donne sono uguali agli uomini". Eppure non è mai esistita una donna presidente del Consiglio dei ministri nè presidente della Repubblica in Italia. "Le donne possono fare tutto quello che vogliono". Ma se una donna gioca a pallone sicuramente avrà tendenze omosessuali o se occupa posti di comando in un'azienda avrà ottenuto quell'incarico in cambio di favori sessuali.

"Non diciamo eresie: donne e uomini ormai hanno lo stesso ruolo nella società moderna. Non fate le femministe a tutti i costi". Ma sul palco del Festival di Sanremo, il programma televisivo più seguito dell'anno in Italia, le donne sono co-conduttrici che appaiono e per pochi minuti e poi scompaiono. Il "titolare" del programma è un uomo e insieme a lui ad avere il maggior minutaggio sul palco è un altro uomo.  Quella dell'8 marzo è tradizionalmente considerata la giornata per eccellenza in cui festeggiare le donne. In cui onorarle. La giornata durante la quale fare loro gli auguri. Ma forse l'augurio migliore che si possa fare a una qualsiasi donna è quello di non sentirsi mai discriminata, penalizzata o giudicata. Quello di non sentirsi mai in pericolo se, per necessità, deve prendere un mezzo di trasporto pubblico a ora tarda per tornare a casa dal lavoro. Quello di sentirsi criticata per quello che non sa fare e non per quello che mostra. Quello di sentirsi appellare con "la brava", "la capace", "la competente" e non solo "la bella". Solo quando avverrà tutto questo, allora, sarà davvero festa.