Femminicidi, liti e rancori tra vicini: l’arma da difesa è sempre più letale

Oltre 8.500 licenze autorizzate per proteggersi. Ma negli ultimi quattro anni in 15 casi hanno 'firmato' omicidi

Una pistola (foto di repertorio)

Una pistola (foto di repertorio)

Milano - L’ultimo episodio è lombardo ed è cronaca di un mese fa: a Voghera, in provincia di Pavia, l’assessore alla Sicurezza spara e uccide un uomo di nazionalità marocchina. Da inizio anno l’Opal - l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e di difesa di Brescia - conta già 22 casi sul territorio nazionale in cui l’arma da difesa si è trasformata in strumento di offesa letale.

Il database degli omicidi con armi detenute con regolare licenza è in continuo aggiornamento: dal 2017 in Lombardia se ne sommano 15. Di questi solo uno - l’oste del Lodigiano che ha sparato durante una rapina - è stato commesso in un contesto di pericolo subìto. Tutti gli altri sono delitti nati in ambiti familiari o tra conoscenti, nei confronti di donne (femminicidi), parenti o vicini di casa con un’arma da fuoco regolarmente detenuta. Il 2020, l’anno del Covid e del lockdown, si è chiuso con 36 episodi in Italia. In Lombardia un imprenditore agricolo di Saronno è stato ucciso a Misinto (Monza) da un vicino di 82 anni con una Beretta calibro 7.65 con regolare licenza. A Truccazzano, nel Milanese, un 47enne ha sparato alla compagna con il fucile regolarmente detenuto dalla donna. Non mancano i delitti con le armi di ordinanza: nel 2019, a Tavazzano (Lodi), una guardia giurata ha ucciso il cugino con la propria pistola per gelosia nei confronti della ragazza che frequentava.

Secondo l’Opal , un omicidio su dieci in Italia è stato commesso con un’arma legale. I numeri confermano che armarsi non è difficile: in Lombardia i porti d’arma che risultano validi sono 2.236 per difesa personale e 6.286 per guardie particolari giurate, i cosiddetti vigilantes (fonte Ministero dell’Interno): 8.500 pistole autorizzate a stare nelle case. Milano è la più armata: nei Comuni della città metropolitana attualmente si contano 1.062 licenze per difesa personale e 2.844 per la difesa di guardie particolari giurate. A seguire Brescia, con 278 permessi per la difesa personale, Varese (205), Monza (194) e Lecco (102). Sondrio, invece, è quella dove circolano meno pistole. Le licenze per difesa vengono rilasciate dalle prefetture e durano cinque anni, con possibilità di rinnovo di altri cinque. Tra i requisiti occorre un documento di idoneità psico-fisica rilasciato dalle Ats o dagli uffici medico-legali delle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato, sulla base del certificato anamnestico del medico di famiglia. A queste, però, si aggiungono le licenze concesse per caccia e sport che possono essere rilasciate anche dalle questure: durano sei anni (più sei).