Concertone del Primo maggio, la telefonata fra Fedez e i vertici di Raitre

Sul profilo Twitter il rapper pubblica la conversazione con i vertici di Rai3. L'ad della tv di Stato: "Da noi nessuna censura"

Fedez durante il concerto del Primo Maggio (Ansa)

Fedez durante il concerto del Primo Maggio (Ansa)

"Io potrei fare quello che voglio visto che non c'è un contesto di censura. Posso salire sul palco e fare cose che per voi non sono opportune visto che per me sono opportune?". "Devo parlare... dobbiamo parlare...noi siamo in difficoltà". Dalla telefonata che il rapper milanese Fedez ha pubblicato sul proprio profilo Twitter si evince in maniera chiara come i vertici di Raitre abbiano in modo esplicito cercato di "dirigere" il suo intervento sul palco del Concertone del Primo Maggio. All'ora di pranzo, poi, è arrivata la replica dell'amministratoren delegato della Rai. Fabrizio Salini, in una nota, ha assicurato che "Rai 3 non ha mai censurato nessuno. Né Fedez, né altri". 

Il Ddl Zan

La pietra dello scandalo sarebbe stata la decisione di Fedez, che ormai più che un cantautore è insieme alla moglie Chiara Ferragni un influencer, di schierarsi apertamente a favore del Ddl Zan, ovvero il disegno di legge proposto dal politico e attivista Lgbt Alessandro Zan eletto alla Camera nelle file del Partito Democratico. Si tratta di un disegno di legge, quindi di una proposta che non ha ancora effetto di legge, che intende istituire non solo iniziative contro le discriminazioni, ma anche pene severe nei confronti di chi discrimina o, peggio, commette violenza sulle categorie citate in quella che dovrebbe diventare la legge. 

Sui social

Ormai da qualche settimana il rapper milanese si è appassionato alla questione, invocando la trasformazione del disegno di legge Zan in legge vera e propria. E lo ha fatto naturalmente sui social network. Scagliandosi apertamente contro gli esponenti del centrodestra che non hanno intenzione di far approvare il ddl Zan e accusandoli di omofobia.

Sul palco

Quella del Concertone del Primo maggio è stata l'occasione per Fedez per portare avanti la propria battaglia. Il che era stato ampiamente dallo stesso influencer annunciato sui social network. Il rapper se l'è presa con il senatore Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, ma anche con diversi altri esponenti politici: "Vorrei decantarvi un po' dei loro aforismi", ha detto il rapper prima di elencare frasi e nomi, cognomi e incarichi di chi le ha pronunciate. "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; "I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali", Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; "I gay vittime di aberrazioni della natura", Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, consiglieri regionali Lombardia. 

La posizione della Rai

All'ora di pranzo è arrivata una nota dell'amministratore delegato Fabrizio Salini, a chiarire la posizione della tv di Stato. "In merito all'intervento di Fedez al concerto del Primo Maggio - si legge nel comunicato - Rai3 ha spiegato di non aver mai censurato Fedez né altri artisti né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale e dei suoi dipendenti". Di certo, prosegue Salini, "in Rai non esiste e non deve esistere nessun 'sistema' e se qualcuno, parlando in modo appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso. Su questo assicuro che sarà fatta luce con gli organizzatori".

La telefonata

Prima dell'esibizione sul palco del Concertone, però, a cercare di bloccare l'intervento erano stati lo staff del vicedirettore di Raitre Ilaria Capitani e il vicedirettore stesso. In una telefonata che subito dopo il concerto del Primo maggio lo stesso influencer ha reso pubblica sul proprio profilo Twitter emerge chiaramente il tentativo di censura. "Non è editorialmente opportuno..." affermano dalla Rai. "Editorialmente? Io sono un artista, salgo sul palco e dico quello che voglio. Mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno. Perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno?" sottolinea Fedez. "Le sto chiedendo soltanto di adeguarsi a un sistema, che probabilmente lei non riconosce, però è quello..." risponde lo staff di Ilaria Capitani. "Quale è la parte incriminata che a voi non sta bene?" domanda il rapper. "Tutte le situazioni che lei fa con nomi e cognomi quelle non possono essere citate" risponde il funzionario. "Perché? Non sono vere? Avete verificato se sono vere?" incalza il milanese. "Queste citazioni possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta dicendo" ribattono da Roma. "Lei mi sta dicendo che queste cose assumono un significato diverso in altri contesti?" aggiunge Fedez. "Sto dicendo che questo non è il contesto corretto per..." riprende il funzionario. "Ma chi lo stabilisce? Io su un palco devo essere libero di dire quello che voglio - ribadisce il rapper -. Non lo stabilisce lei che cosa posso o non posso dire su un palco, mi perdoni". "Io ritengo inopportuno il contesto, ma..." interviene Ilaria Capitani, vicedirettore di Rai3. "Mi state dicendo che questo palco rappresenta la riapertura e il futuro. Nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?" incalza Fedez. "Assolutamente sì" risponde il funzionario Rai. "E allora perché non posso parlare di questa cosa?" domanda l'influencer. "Perché... perché non... il contesto in cui lo stiamo facendo, con questi termini non crea..." prova a rispondere lo staff di Ilaria Capitani. "Sono imbarazzato per voi, davvero. Sono veramente imbarazzato per voi" conclude poi Fedez.