Febbre del Nilo, boom di casi nell'ultima settimana. Ecco dove il rischio è maggiore

Il bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità: da giugno sono stati segnalate 94 infezioni e 7 morti

Sono le zanzare il principale veicolo di trasmissione della Febbre del Nilo

Sono le zanzare il principale veicolo di trasmissione della Febbre del Nilo

Più che raddoppiati i casi d'infezione da Febbre del Nilo (West Nile Virus) nell'ultima settimana di sorveglianza. Secondo il bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità dall'inizio di giugno 2022 sono stati infatti segnalati in Italia 94 casi confermati nell'uomo, erano 42 nell'ultimo bollettino, pubblicato il 26 luglio. Significa che in una settimana sono stati segnalati 52 casi. Sono 7 invece i morti notificati tra i casi confermati (5 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna). 

I casi per regione

Dei 94 casi segnalati da inizio giugno si sono manifestati nella forma neuro-invasiva 55 in Emilia-Romagna, 33 in Veneto, 4 in Piemonte, 2 in Lombardia. 19 i casi identificati in donatori di sangue (3 Lombardia, 11 Veneto, 4 EmiliaRomagna, 1 Piemonte), 19 casi di febbre in Lombardia, 16 in Veneto, 1 in Emilia-Romagna, e 1 caso sintomatico (in Veneto). Il primo caso umano della stagione è stato segnalato dal Veneto nel mese di giugno nella provincia di Padova. 

Vaccini

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento - raccomanda l'Iss - la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, usando delle zanzariere alle finestre, svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante, cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali, tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Sintomi

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.