Febbre del Nilo: come si trasmette, sintomi e cure. Iss: "Casi in aumento in Italia"

Si registrano 144 casi, di cui 11 in Lombardia con quattro pazienti gravi

West Nile, zanzara

West Nile, zanzara

Milano, 11 agosto 2022 - E' allarme West Nile virus: continua a crescere il numero di casi umani di infezione nell'ultima settimana di sorveglianza. Dall'inizio di giugno 2022 sono stati segnalati in Italia 144 casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell'uomo (94 nell'ultimo bollettino); di questi 87 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (22 Emilia Romagna, 50 Veneto, 8 Piemonte, 5 Lombardia, 2 Friuli-Venezia Giulia), 23 casi identificati in donatori di sangue (3 Lombardia, 11 Veneto, 6 Emilia-Romagna, 3 Piemonte), 33 casi di febbre (1 Piemonte, 3 Lombardia, 27 Veneto, 2 Emilia Romagna) e 1 caso sintomatico (1 Veneto). Lo rende noto l'Istituto Superiore di Sanita'. "Il primo caso umano della stagione e' stato segnalato dal Veneto nel mese di giugno nella provincia di Padova - ricorda l'Iss -. Dieci decessi sono stati notificati tra i casi confermati (6 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Lombardia e 1 in Emilia-Romagna). Nello stesso periodo sono stati segnalati i primi due casi di Usutu virus asintomatici in Friuli-Venezia Giulia". 

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Il virus del Nilo, cos'è

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. 

Come si trasmette

La febbre del Nilo viene trasmessa alle persone e agli animali, generalmente equini e uccelli, attraverso la puntura di zanzare infette. L'infezione non si trasmette, invece, da persona a persona.

Periodo di incubazione

Dal momento della puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione varia fra i 3 e i 14 giorni.

Sintomi

L'infezione umana è in oltre l'80% dei casi asintomatica; nel restante circa 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. Nell' 0,1% di tutti i casi, l'infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite. Le diagnosi nei casi umani sono state confermate dai due laboratori di riferimento, l'IRCCS di Pavia e l'ASST FBF-Sacco di Milano. L'infezione non si trasmette, invece, da persona a persona.

Diagnosi

La diagnosi dell'infezione da virus West Nile viene effettuata attraverso test di laboratorio (ELISA o immunofluorescenza per il riscontro di anticorpi delle classi IgM o IgG). La comparsa nel siero di anticorpi di tipo IgM coincide con il termine della viremia.

Cura

Al momento, non esiste un vaccino o una terapia specifica per la febbre del Nilo. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono spontaneamente dopo pochi giorni o qualche settimana. Nei casi più gravi è necessario, invece, il ricovero in ospedale, dove i trattamenti sintomatici  comprendono la somministrazione di fluidi intravenosi e la respirazione assistita.

Misure di prevenzione

Regione Lombardia raccomanda di adottare tutte le misure di prevenzione per evitare le punture di zanzare: possono essere utilizzati repellenti quando si soggiorna all'aperto; insetticidi e zanzariere per gli ambienti chiusi. Alcuni semplici interventi possono essere efficaci a ridurre la diffusione della zanzara: in orti e giardini, è utile coprire con coperchi ermetici, teli di plastica o zanzariere ben tese, tutti i contenitori utilizzati per la raccolta dell'acqua piovana da irrigazione (cisterne, secchi, annaffiatoi, bidoni e bacinelle). In cortili e condomini è importante pulire un paio di volte all'anno tombini e pozzetti, applicare una zanzariera a maglia fine sopra il tombino per impedire alle zanzare di deporvi le uova, durante la stagione umida, trattare ogni 15 giorni circa i tombini e le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi. Ed ancora, nelle grondaie, verificare che siano pulite e non ostruite, nei cimiteri introdurre il prodotto larvicida nei vasi di fiori freschi o sostituirli con fiori secchi o di plastica. Nei sottovasi è utile non far ristagnare acqua al loro interno e, se possibile, eliminarla, infine negli abbeveratoi di animali è necessario cambiare quotidianamente l'acqua e lavarli con cura. Regione Lombardia raccomanda inoltre ai Comuni di mantenere alta l'attenzione alle misure di prevenzione in particolare la comunicazione ai cittadini e agli amministratori di condominio sulle buone pratiche da utilizzare e l'attività di manutenzione ordinaria (sfalcio d'erba e attività larvicida per tombini).