Fase 2, palestre e centri sportivi: "Tempo scaduto, la Regione ci faccia riaprire"

Le strutture lombarde chiedono di non far slittare la data scelta dal governo: "Una settimana in più può essere vitale"

Allenamento in palestra

Allenamento in palestra

Milano, 22 maggio 2020 - Fase 2 slittata di qualche giorno per le palestre in Lombardia. Il governatore della Regione, Attilio Fontana, ha preferito andare più cauto e aspettare ancora una settimana. Quindi, niente aperture il 25 maggio, ma il 31 maggio (L'ORDINANZA). Però, in molti non ci stanno. E' unanime il coro di oltre 200 tra palestre, personal trainer, piscine e centri sportivi lombardi che chiedono di ripartire, subito, salvaguardando la salute degli utenti: "Ci siamo preparati settimane per adeguarci al protocollo previsto a livello nazionale, ma in Lombardia sembra non sia sufficiente. Chiediamo alla Regione di ascoltarci e lasciarci riaprire. Il tempo è scaduto. Una settimana in più può essere vitale per la riapertura".

"È da questo punto fondamentale che il mondo dei centri sportivi lombardi vuole ripartire - si legge in una nota -. Ma l'ordinanza numero 547 della Regione Lombardia ha tarpato le ali a un comparto che conta circa 5.000 imprese attive a livello regionale". Sottolinea Corrado Pirovano, personal trainer, formatore nel settore e titolare di due centri personal training Fit And Go: "Con il protocollo contenuto nell'allegato 17 del Dcpm del 17 maggio 2020 abbiamo visto uno spiraglio in fondo a questo tunnel che ci accompagna da ormai oltre due mesi, ma l'ordinanza della Regione Lombardia ha smorzato ogni entusiasmo e sta preoccupando il comparto, sempre di più". 

"Seppur in condizioni particolari, eravamo pronti a ripartire - aggiunge Pirovano - osservando le disposizioni per salvaguardare la salute degli sportivi e la nostra. Mi sono confrontato con molti colleghi e il prolungarsi di questa situazione sembra quasi un accanimento nei nostri confronti. Mentre nel resto del Paese le palestre sono tornate a lavorare, in Lombardia saremo costretti ad attendere almeno fino al 31 maggio". Pirovano prosegue: "Sono e siamo consapevoli che la nostra regione sia stata la più colpita da questa pandemia, ma ci siamo fatti molte domande sul perché le palestre siano viste come l'unica via di contagio (quando in realtà la maggioranza degli operatori sono anche più sensibili di altri al concetto di salute e prevenzione), visto che le altre attività (anche quelle dove non è possibile mantenere le distanze a differenza di quello che possiamo fare noi) hanno ripreso, con le dovute cautele. Per questo motivo abbiamo inoltrato una richiesta alla Regione Lombardia di ascoltare le nostre richieste, permettendoci di riaprire il prima possibile".

A fargli eco è anche Luigi Cacciapaglia, fondatore di Wellness Vincente, una piattaforma che offre servizi di consulenza strategica ad oltre 50 centri sportivi su tutto il territorio nazionale e in particolare in Lombardia: "Sia le piccole realtà sia i centri sportivi di grandi dimensioni - spiega - si sono preparati per gestire ingressi contingentati con applicazioni dedicate, sanificare le strutture anche più volte al giorno e adottare tutte le misure contenute nel decreto. Ci sono migliaia di professionisti che, in questi mesi, hanno aiutato le persone a tenersi in forma on-line (anche gratuitamente), ma adesso, con tutta l'Italia che riparte, vorremmo anche noi poter tornare a lavorare nelle nostre strutture". E conclude: "Da sempre abbiamo avuto un occhio di riguardo sull'igiene e sulla sanificazione degli ambienti e degli attrezzi, oggi possiamo continuare a farlo con ancora più attenzione. Tre mesi di chiusura metterebbero fuori dai giochi moltissime realtà e questa è l'ultima cosa che ci auguriamo. Spero che la Regione Lombardia possa ascoltarci e possa comprendere che l'attività fisica organizzata in struttura non è la causa del contagio ma è salute e prevenzione".