Brescia, farmaci letali a pazienti Covid: chiesti 24 anni per primario Montichiari

Il pm: "Li reputava spacciati, li ha soppressi per stress elevatissimo"

Brescia, 1 luglio 2022- Ventiquattro anni di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche. E' la richiesta di condanna formulata oggi in Assise dal pm Federica Ceschi per Carlo Mosca, l'ex primario reggente del prontosoccorso di Montichiari a processo con l'accusa di avere durante la prima ondata pandemica soppresso con farmaci letali tre pazienti Covid. La procura ha chiesto l'assoluzione dall'omicidio di Ernesto Nicolosi, per il quale le prove sarebbero dubbie, la condanna invece per gli omicidi aggravati dall'utilizzo di mezzo venefico (e la relativa falsificazione delle cartelle cliniche) di Natale Bassi, 61 anni, e Angelo Paletti, 79.

Al primo avrebbe iniettato succinilcolina, al secondo propofol. "Perché lo ha fatto? Mosca era presente tutti i giorni, telefonava anche di notte, pensiamo all’enorme stress di quel periodo - ha detto Ceschi al termine di una requisitoria di oltre tre ore -. Non c'erano riposi né ferie. Certo tutto questo denota da parte di Mosca un’enorme dedizione, che però travalica e sconfina in una mania di controllo e gestione del prontosoccorso che in quel momento era non solo critica, ma ingestibile, con scarsità di risorse e afflusso continuo di pazienti, che chiedevano attenzioni e cure. Erano pazienti che lui giudicava come spacciati. La situazione in cui questi decessi sono avvenuti va considerata, ma non deve confondere su quello che è successo. Qui non si è trattato di avere selezionato pazienti, ma di avere soppresso pazienti che lui credeva spacciati,senza speranze". Per il pm però Mosca merita le attenuanti generiche "per il contesto di stress altissimo in cui questi delitti son maturati'.