Valle del Ticino: nasce l’autostrada delle farfalle

Si amplia la Riserva della Biosfera

Una farfalla del Parco del Ticino (Studiosally)

Una farfalla del Parco del Ticino (Studiosally)

Magenta (Milano), 11 ottobre 2017 - Il sole e la temperatura  calda di questi giorni hanno favorito il fenomeno della migrazione di migliaia di farfalle, che proprio in questo periodo stanno attraversando il Parco del Ticino per raggiungere prima il fiume Po, quindi il mare. Lo straordinario fenomeno migratorio è stato scoperto pochi anni fa da alcuni naturalisti di Bernate Ticino, dove da qualche tempo è in corso un vero e proprio censimento di questi animali che durerà ancora diversi anni. Un censimento che ha portato alla scoperta di oltre una trentina di specie di farfalle, alcune delle quali mai segnalate prima a queste latitudini. In particolare alla riserva «La Fagiana» di Magenta vivono centinaia di esemplari che sono stati censiti e la cui presenza è stata anche annotata tramite fotografie, in mostra proprio nella radura di Pontevecchio di Magenta.

La valle del Ticino, come corridoio ecologico della pianura Padana, è di fatto il fondamentale elemento di connessione tra le Alpi e l’Europa centro-settentrionale a Nord e gli Appennini e il bacino del Mediterraneo a Sud. Una lunga scia di verde che nel 2019 vedrà la nascita di una riserva transfrontaliera italo- svizzera. L’ok per l’ampliamento dell’area naturalistica è infatti arrivato direttamente dal ministero dell’Ambiente. La “Riserva della Biosfera” della valle del Ticino si spingerà quindi sino al confine con la Svizzera, comprendendo il parco della Valgrande e diversi comuni piemontesi e lombardi del Lago Maggiore. Il nome proposto per questa ricca area naturalistica sarà “Ticino Val Grande Verbano Biosphere”. L’obiettivo dichiarato è quello di approdare nel 2019 ad una riserva transfrontaliera. «In tal senso la riserva nel suo futuro assetto, si configura come laboratorio territoriale in cui diffondere ed esportare le buone pratiche e il bagaglio di esperienze che i parchi hanno costruito nella loro esperienza decennale, uscendo dai propri confini verso un territorio che, per peculiarità e assetto, ben si presta ad accoglierle» ha dichiarato Giampiero Beltrami, presidente del parco Ticino lombardo.

Già a partire dal 2002 la valle del Ticino è stata riconosciuta come riserva MAB (Man And the Biosphere) e rappresenta un’area a elevata biodiversità. Al suo interno sono presenti più di 6mila specie viventi. Recentemente è stato avvistato anche il lupo, tornato nei boschi del Parco tra Magenta e Boffalora. Qualche settimana fa, inoltre, uno stormo di nove fenicotteri rosa ha sostato placidamente sul fiume, non lontano dalla località Ayala. Un avvistamento rarissimo nel territorio del Parco: il secondo negli ultimi 40 anni. Il primo si era verificato nel 2012 a Bernate Ticino. Intanto all’interno del parco sono stati trasferiti mille giovani esemplari di storione, che saranno allevati seguendo prove con alimentazione del tutto naturale e poi trasferiti in grandi vasche, con condizioni seminaturali in grado di assicurare loro le maggiori possibilità di sopravvivenza una volta rilasciati in natura. Primo parco fluviale d’Italia, il Parco della Valle del Ticino è nato ufficialmente il 9 gennaio 1974 da Sesto Calende al Ponte della Becca, dove il fiume poi sfocia nel Po. Il Parco comprende diverse riserve naturali come La Fagiana, a Pontevecchio di Magenta, il Turbigaccio a Lonate Pozzolo, il Vigano a Golasecca e La Zelata a Bereguardo.