Il successo di Expo 2015, rilancia il tema del turismo in Italia, retrocessa negli ultimi anni di varie posizioni nelle classifiche mondiali del settore. Non ci sono critiche specifiche da addebitare ai nostri operatori. La struttura alberghiera italiana è più che adeguata, il sistema complessivo dei trasporti buono, il costo dei servizi, a parte qualche caso isolato, mediamente allineato a quello degli altri Perché allora il nostro turismo non progredisce? Da noi il settore non è mai stato considerato come una industria che possa sfruttare il patrimonio inestimabile che possiede l’Italia. Dal dopoguerra ad oggi infatti sono stati approvati piani nazionali di ogni genere: energia, industria, agricoltura, nessuno relativo al turismo. La Cassa del Mezzogiorno, a partire dagli anni 50 del secolo scorso, prodigò cospicui finanziamenti per infrastrutture e industria, quasi nulla per il turismo. Le nostre bellezze naturali, gli immensi patrimoni artistici, gli splendidi palazzi, chiese, resti archeologici, non vengono generalmente considerati come attrazioni per produrre ricchezza.
Ho vissuto personalmente un’esperienza terrificante, quando all’inizio del mese di agosto di alcuni anni fa, a Reggio Calabria, nel museo dei bronzi di Riace, i visitatori presenti non superavano il numero di venti. E sì che eravamo in presenza delle 2 più antiche (V secolo a.c.) sculture bronzee esistenti al mondo, straordinariamente intatte. In occasione di Expo 2015, Vittorio Sgarbi propose il loro trasferimento a Milano. Nel rifiutare la proposta, i sedicenti politici locali, spalleggiati dal Ministro Franceschini, sostennero che quella era un’occasione unica per attirare i visitatori di Expo anche in Calabria. Risultato: zero. In quel padiglione, anche se a pagamento, le code avrebbero probabilmente superato quelle del Giappone. Da questa ignoranza e incapacità, dobbiamo ripartire per far nascere una cultura dei nostri beni nazionali. L’Italia, unica al mondo, può offrire opere d’arte, musica, architettura, sport, terme, archeologia, laghi, fiumi, mari, montagne. Praticamente tutto e tutto bellissimo! Dobbiamo essere consapevoli che questa è la nostra industria principale, prima delle automobili, prima dei macchinari e financo della moda ed agire di conseguenza. Il governo Renzi, seguendo l’esempio di quello di Letta, ha confermato l’accorpamento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, quale appendice al Ministero della Cultura. Certamente meglio di Monti che lo aveva addirittura abolito. Questo dimostra la scarsa comprensione della centralità del turismo nella nostra società, del suo valore nella nostra economica e della sua grande funzione di sostegno al paese. «Ogni errore diventa un merito, quanto lo si riconosce». Speriamo che da questo errore, nasca un grande merito. www.pierfrancofaletti.com