Eurovision, Torino ospiterà l'edizione 2022. Battute Milano, Bologna, Rimini e Pesaro

L'ufficialità è arrivata: sotto la Mole l'edizione numero 66 dell'evento che ha lanciato i Maneskin in tutto il mondo

Maneskin all'Eurovision (Ansa)

Maneskin all'Eurovision (Ansa)

Torino - La città di Torino è stata scelta come città ospitante del 66simo Eurovision Song Contest, dopo aver trionfato su altre 16 concorrenti e sulle altre quattro finaliste: Milano, Bologna, Pesaro e Rimini. L'Italia si è aggiudicata il diritto di organizzare l'Eurovision Song Contest 2022, dopo che Måneskin hanno regalato al proprio Paese la sua prima vittoria dal 1990 con la canzone "Zitti e Buoni" al Contest dello scorso maggio. La Grand Final dell'Eurovision Song Contest 2022 si svolgerà al PalaOlimpico, una delle arene indoor più grandi d'Italia, sabato 14 maggio con le Semifinali il 10 e 12 maggio.  La Rai, insieme all'European Broadcasting Union (EBU), organizzerà l'evento e formalizzerà i relativi accordi insieme alla Città di Torino nelle prossime settimane.

Torino prima fra diciassette

Torino è stata scelta a seguito di una convincente offerta della città. Un totale di 17 città e regioni italiane hanno gareggiato per ospitare il più grande evento di musica dal vivo del mondo, che ha raggiunto quasi 190 milioni di spettatori in TV e online nel 2021.  Il supervisore esecutivo dell'Eurovision Song Contest Martin Österdahl ha accolto con favore la scelta: "Torino è la città ospitante perfetta per il 66° Eurovision Song Contest. Come abbiamo visto durante le Olimpiadi invernali del 2006, il PalaOlimpico supera tutti i requisiti necessari per mettere in scena un evento globale di questa portata e siamo rimasti molto colpiti dall'entusiasmo e dall'impegno della Città di Torino che accoglierà migliaia di appassionati il prossimo maggio. Questo sarà il primo Eurovision Song Contest che si terrà in Italia dopo 30 anni e, insieme alla nostra emittente ospitante Rai, siamo determinati a renderlo speciale". 

Le cifre dell'evento

La corsa a ospitare il festival, tornato in Italia dopo il trionfo dei Måneskin a Rotterdam, era anche una corsa alla visibilità garantita da un evento da 200 milioni di telespettatori e dall’indotto creato dalla presenza in città di 30mila fans per una settimana intera. C'è da dire però che anche i costi non sono irrisori: fra i 20 e i 30 milioni di euro (ma qualcuno a volte esagera, come l’Azerbaigian che nel 2012 costruì un’arena per ospitare l’evento, la Baku Crystal Hall, spesa di 140 milioni di euro) ma il ritorno è grosso e, come mostrato dall’edizione olandese appena conclusa, può investire le attrattive turistiche dell’intero Paese.

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Le città in gara 

Come detto, le città finaliste per ospitare l'Eurovision erano Torino, Milano, Bologna, Rimini e Pesaro. Torino ha messo sul piatto il PalaOlimpico, che ha tutte le carte in regola: è l’arena italiana più nuova, la più bella. Costruita nel 2005, dotato di 15.657 posti a sedere che diventano 12.600 per i concerti. Milano aveva proposto il Forum di Assago, un po’ meno capiente, 11.800 posti seduti che per i concerti (con una curva occupata dal palco, quindi) diventano 11.200. Per quanto riguarda Bologna, a disposizione c'era l’Unipol Arena, costruita nel 1993, èla struttura più capiente d’Italia. Con una capienza di 13.500 spettatori per i concerti (ma sono in corso lavori di allargamento). Rimini si era giocata la carte della fiera, che ha ospitato concerti di 10mila persone, mentre Pesaro aveva messo sul piatto la Vitifrigo Arena.

I requisiti

Questi i requisiti richiesti alla città ospitante: deve essere dotata di un aeroporto internazionale che disti non più di 1 ora e 30 minuti, un'offerta alberghiera di oltre 2.000 stanze nelle aree contigue all'evento. Richiesta inoltre un’infrastruttura con i seguenti requisiti: essere al coperto, dotata di aria condizionata secondo gli standard vigenti e ben perimetrabile; avere una capienza di 8.000 - 10.000 spettatori nella sala principale durante l’evento Eurovision Song Contest (che corrisponda al 70% della capienza massima prevista per i normali concerti, prendendo in considerazione le specifiche esigenze di Eurovision per palco e produzione); essere dotata di un’area principale che possa ospitare un allestimento e tutti gli altri requisiti necessari a realizzare una produzione di alto livello con altezze disponibili di circa 18 metri, in particolare, con buone capacità di carico sul tetto, e facile accesso al carico; avere una struttura logistica intorno all’area principale che supporti le esigenze della produzione dell'Eurovision quali infrastrutture per la sicurezza, un centro stampa per 1.000 giornalisti, un’area per le delegazioni (artisti) che includa i camerini, strutture per il personale ed uffici, un’area per l’hospitality, servizi per il pubblico come toilette e punti per la vendita di cibo e bevande ecc.; disporre di aree a raso e di facile accesso contigue ed integrate nel perimetro dell’infrastruttura per il supporto tecnicologistico di 5.000 metri.