I cani causa dell'epatite nei bambini? Ipotesi assurda per gli esperti italiani

Da Gismondo a Maggiore e Pregliasco: la ricerca inglese non ha basi scientifiche. Spesso siamo noi a trasmettere infezioni a loro

Bambini e cani, un amore infinito

Bambini e cani, un amore infinito

Lo studio inglese su un possibile legame tra le epatite e i cani?  "Ipotesi senza basi scientifiche. Come sparare in aria e sperare di prendere un uccello. E' vero che nel Regno Unito è l'animale domestico più diffuso nelle famiglie, ma lo è anche il gatto. Questo tipo di legame mi lascia diverse perplessità".  Giuseppe Maggiore, responsabile dell'Unità operativa di Epatogastroenterologia e Nutrizione dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ccosì boccia  un possibile ruolo dei cani all'origine dei casi di  epatite acuta nei bimbi.

Dubbiosa a dir poco la microbiologa dell'ospedale Sacco , Maria Rita Gismondo: "Per carità, no. Sono ipotesi infondate. Fino a quando non ci saranno dati solidi non si può dire nulla di supportato dai fatti" e, al momento, "la verità è che ancora si brancola nel buio". 

 "E' un'ipotesi al momento priva di basi realistiche" per  il virologo Fabrizio Pregliasco invita a fare attenzione anche solo a considerare i cani quali "vettori incolpevoli di un eventuale agente virale o batterico potenzialmente associato. Ricordo- che siamo noi in genere a trasmettere loro delle infezioni, come è accaduto in molti casi anche con Covid-19".  tipo di epatiti ad eziologia non nota". Per capire da cosa realmente dipendono casi di epatite acuta  bisogna analizzare tutti i possibili fattori in campo, a360 gradi".  "Riguardo all'ipotesi adenovirus, ci può anche stare, ma l'adenovirus i bimbi ce l'hanno un po' tutti, puntualizza Pregliasco. Anche se "è vero - ragiona il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano - che magari quest'anno può essere aumentato il serbatoio di soggetti suscettibili", complice il fatto che le restrizioni anti-Covid hanno limitato il mescolamento dei bambini tra loro. "Un po' come potrebbe essere accaduto - rammenta - con la grande quantità di casi di virus respiratorio sinciziale Rsv registrati nei piccoli all'inizio dello scorso inverno, in modo del tutto atipico".