Eni patteggia sul caso Congo e versa 11 milioni

il pm Paolo Storari ha riqualificato il reato al centro dell'indagine da corruzione internazionale in induzione indebita internazionale e ha revocato la richiesta di misura interdittiva per la compagnia petrolifera.

Una piattaforma Eni per il Congo

Una piattaforma Eni per il Congo

Minano, 25 marzo - Caso Eni e Congo. l gip di Milano Sofia Fioretta ha accolto la proposta, concordata tra i legali di  Eni e la Procura di Milano, di applicazione di sanzione pecuniaria da 800mila euro per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti per il caso Congo. Con la proposta, in base alla quale la società versa 11 milioni di euro di risarcimento, il pm Paolo Storari ha riqualificato il reato al centro dell'indagine da corruzione internazionale in induzione indebita internazionale e ha revocato la richiesta di misura interdittiva per la compagnia petrolifera. 

L'accordo tra il pm e i legali Nadia Alecci e Nerio Diodà, ratificato stamani dal giudice, segue la riqualificazione del reato da corruzione internazionale in induzione indebita internazionale e ha portato alla revoca, sempre da parte della Procura, della richiesta di misura interdittiva della sospensione per due anni della produzione di petrolio nei pozzi congolesi o in subordine del commissariamento di quelle attività. A poco più di una settimana dall'assoluzione con formula piena della società e di altre 14 persone, compreso l'ad Descalzi e alcuni ex manager, sul caso Nigeria da parte del Tribunale milanese, la compagnia petrolifera italiana con questa mossa archivia la vicenda congolese e volta pagina per dedicarsi alle sue attività nel campo dell'energia.