È tempo di spettacoli belli e brutti

Enrico

Beruschi

Oggi è martedì scorso: sembra una stranezza, ma sto scrivendo alla sera del 25, ma voi leggete il lunedì 31; quindi il gioco di parole ci sta bene. Giornata piatta, il bollettino dice che la peste migliora, ma aumentano i decessi: nel caos delle cifre propinate, probabilmente ha un senso, che sfugge ai comuni mortali come me. Comune sì, ma mortale spero di no, mi auguro di avere ancora qualche tempo; anche se oggi mi sono visto costretto a rinunciare a una agognata trasferta a Roma, per partecipare alla presentazione di un bel libro, "La bambina che non sapeva odiare", testimonianza di Lidia Maksymowicz, scritto con Paolo Rodari, su il campo di concentramento di Auschitz; ne è stato ricavato un bellissimo docu-film ed ho avuto l’onore di essere la voce narrante. Manco da Roma da troppi anni, salvo alcune fugaci corse, come dei lampi, senza il tempo di vedere gli antichi amici, Marilù, Nunzio, Rosario, Vincenzo, Andrea e tutti, compagni di teatro di televisione, di sano divertimento: fanno bene a dirmene di tutti i colori. Cerco occasioni, forse è tempo di concedersi una vacanza. Ma le notizie dalla Capitale imperversano, devono scegliere il Presidente e tutti si scatenano a dire tutto quello che passa per la testa, non ci fanno una bella figura. L’unico che si è salvato, almeno finora, è Silvio Berlusconi, un nome, una garanzia. Noi saltimbanchi gli dobbiamo molto, o anche tutto, pur se i più fanno il grano al servizio della sinistra. I miei 9 lettori, che mi leggono, oggi lunedì, spero che sappiamo chi è stato eletto. Auguri e complimenti a lui.