Draghi riceve Ursula a Cinecittà: con i fondi del Recovery sarà la Hollywood europea

La visita simbolica, in un tour per teatri e set, partendo dal mitico Studio 5 di Fellini, sancirà il via libera della Von der Leyen al Recovery plan italiano

L'incontro fra Draghi e Ursula Von der Leyen a Villa Pamphili

This handout photo provided by the Chigi Palace Press Office shows Italian Prime Minister Mario Draghi and President of European Commission Ursula von der Leyen during a press conference on the occasion of the Global Health Summit at Villa Pamphilij, Rome, Italy, 21 May 2021. ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPPO ATTILI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Roma - Saranno gli studios di Cinecittà, teatro di film celebri in tutto il mondo e kolossal, il palcoscenico scelto dal governo per suggellare il via libera dell’Unione europea al Recovery plan italiano. Il premier Mario Draghi riceverà martedì 22 la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen sui set di via Tuscolana a Roma che puntano a diventare, grazie anche ai fondi in arrivo da Bruxelles, una nuova Hollywood europea. Accompagnato dall’ad di Cinecittà, Nicola Maccanico, il premier scorterà la presidente della commissione europea in un tour per teatri e set, partendo proprio dal mitico Studio 5 che fu di Fellini

Nuovi teatri di posa, più grandi e più efficienti oltre che sostenibili e green, un rafforzamento delle produzioni virtuali e delle attività legate agli effetti speciali, la digitalizzazione dell’enorme patrimonio di foto, scenografie, film, insieme all’investimento sulle professionalità del futuro con scuole dedicate ai tanti mestieri del cinema e persino una enorme piscina per le riprese subacquee, sono i cardini del nuovo progetto al quale punta il governo. Fortemente voluto dal ministro della cultura Franceschini, che al rilancio degli Studios e al progetto di una Hollywood europea ha sempre creduto moltissimo, il rilancio di Cinecittà finanziato dal Recovery con 300 milioni di euro, vuole diventare - almeno nelle intenzioni del ministro Pd - un fiore all’occhiello italiano in Europa un pò come è stato per Pompei.

 Avviato nel 2017, dopo il fallimento della privatizzazione dei vecchi studi, diventati Studios nella gestione Abete, la cittadella romana del cinema punta con questo nuovo investimento a rendere possibile il balzo che dovrebbe farla diventare davvero un super hub per la produzione cinematografica con una forte attenzione, viene sottolineato, «per l’ecosistema di produzione europeo». E nello scenario futuro c’è anche l’operazione con Cassa Depositi e prestiti, annunciata lo scorso autunno dal ministro Franceschini, che permetterebbe alla cittadella del cinema di raddoppiare i suoi spazi con l’annessione di un grande terreno adiacente. Ma se Cinecittà è stata scelta come luogo simbolo dello sforzo italiano per una ripresa strutturale è anche perché insieme alla produzione ospita il Centro sperimentale di cinematografia: il progetto di rilancio dunque riguarda un’intera filiera a partire dalla formazione dei giovani talenti, sposando le intenzioni con cui è stato costruito il piano di aiuti europei.

 Famosa in tutto il mondo perché è qui che sono stati girati film storici come la Dolce Vita ambisce a rappresentare il nuovo ruolo che l’Italia vuole giocare puntando non più solo sulla tutela e la conservazione ma anche sull’innovazione. E per farlo, non solo in ambito culturale, Roma ha bisogno che arrivino i 200 miliardi europei. Sono già cinque i Paesi che hanno incassato il via libera di Bruxelles: ora tocca all’Italia, alla Germania e alla Francia che così - dopo il via libera dell’Ecofin - potranno ottenere la prima tranche di fondi già a luglio. Per l’Italia si tratta di poter contare su una dote iniziale da 25 miliardi di euro e che dovrà essere impiegata rispettando rigorosamente il cronoprogramma del governo.