Donne nel mirino: quattro omicidi in una settimana

Faenza, Palermo, San Giuliano Milanese e Lecce: l'arma del delitto è sempre il coltello

L'omicidio di San Giuliano Milanese

L'omicidio di San Giuliano Milanese

Milano, 8 febbraio 2021 - Da San Giuliano sino a Palermo, passando per Faenza e Minervino in provincia di Lecce: tante, troppe vite spezzate. Vite di donne che all'improvviso sono state violentemente interrotte da una mano che ha "giocato a fare Dio" anteponendosi al destino. Non si parli di omicidi passionali, in questi casi parole come "passione" o "troppo amore" non c'entrano nulla. Quello di febbraio è tradizionalmente considerato il "mese degli innamorati" per la ricorrenza di San Valentino che si festeggia il 14, eppure proprio questo mese è iniziato nel modo peggiore. Sonia Di Maggio, Ilenia Fabbri, Piera Napoli, Luljeta Heshta: quattro donne, un solo tragico destino.

Nel caso di due di loro l'assassino ha un nome e un volto. Il nome e il volto di chi le aveva amate. A uccidere la riminese Sonia Di Maggio, 29 anni, è stato Salvatore Carfora. Era il suo ex fidanzato e non sopportava che la ragazza si fosse rifatta una vita. E per sfogare la sua furia omicidia era arrivato appositamente in Salento dalla provincia di Napoli. La sua era una missione: uccidere quella ragazza che non lo voleva più. 

L'omicidio di Faenza
L'omicidio di Faenza

Stessa sorte per Piera Napoli, cantante neomelodica 32enne di Palermo madre di tre figli piccoli. Anche nel suo caso il mostro era fra le mura domestiche. A ucciderla è infatti stato il marito Salvatore Baglione, reo confesso, dopo una serie di aggressioni. Che la donna aveva regolarmente denunciato, ma che sarebbero rimaste inascoltate. Il movente potrebbe essere da ricercare in una insana e smodata gelosia da parte del marito nei confronti della moglie.

Ancora ignoti sono invece i killer di Ilenia Fabbri, uccisa a Faenza sabato mattina, e di Luljeta Heshta, prostituta ammazzata domenica a San Giuliano Milanese. In quest'ultimo caso è stato fermato il convivente della donna, che è stato riconosciuto da alcuni testimoni oculari ma non ha confessato. Due omicidi sicuramente molto diversi, anche perché maturati in ambienti con caratteristiche difformi. Femminicidi? No, semplicemente omicidi. Omicidi di donne. Omicidi diversi, che hanno in comune la stessa tragica caratteristica: l'arma del delitto. Sonia Di Maggio, Piera Napoli, Ilenia Fabbri e  Luljeta Heshta sono morte a causa di coltellate. L'arma bianca è caratteristica di delitti di impeto, non premeditati. Liti degenerate o intenzione, come è probabilmente avvenuto nel caso dell'omicidio di Sonia di Maggio, di punire ma non in modo "definitivo". Chi pianifica un omicidio è solito usare un'arma da fuoco. Anche perché, dettaglio non di poco conto, per colpire con un coltello è necessario avvicinarsi molto alla vittima. Ed è impossibile prevedere la reazione di chi viene aggredito: può divincolarsi e fuggire, attirare l'attenzione di qualche passante o vicino di casa o addirittura rovesciare i ruoli e trasformarsi in offender. L'arma bianca, però, rappresenta anche la volontà di prevalere sull'altro, di cancellare inconsciamente la sua identità facendo primeggiare la propria.