Il Senato approva il Dl Covid, sì allo scudo penale per i medici: ecco che cos'è

Riformati anche i concorsi pubblici. Il decreto passa ora all'esame della Camera che dovrà votarlo entro il primo giugno

Vaccini: si discute sull’opportunità dello “scudo“ penale per chi li somministra

Vaccini: si discute sull’opportunità dello “scudo“ penale per chi li somministra

Roma, 13 maggio - È stato approvato il decreto Covid, all'esame del Senato in prima lettura. Il provvedimento ha avuto 144 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni e dovrà passare alla Camera per l'ok alla conversione in legge: c'è tempo fino al primo giugno. Tra le novità introdotte, il cosiddetto scudo penale a medici e personale sanitario in servizio per l'emergenza Covid. Di conseguenza, i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose compiuti da quelle categorie «sono punibili solo nei casi di colpa grave». 

Lo scudo penale

Grazie allo scudo pensale i vaccinatori - medici e personale sanitario - saranno esonerati  dalle responsabilità penali ma anche civili e contabili legati alla campagna nazionale di immunizzazione, eccezion fatta per la colpa grave del medico stesso. La richiesta della categoria era stata determinata dalle morti sospette dopo le inoculazioni dei vaccini Astrazeneca nei mesi scorsi, prima che l'Ema appurasse che non ci fossero correlazioni tra gli eventi di trombosi e la somministrazione del vaccino anglosvedese. I medici, del resto, non hanno facoltà di scelta sul vaccino da inoculare e quindi non possono rispondere personalmente delle reazioni avverse al vaccino stesso, qualora abbiano effettuato correttamente il loro compito che si "limita" alla somministazione. In altre parole, il medico risponderà dei danni derivanti da un sovraddosaggio del siero, della mancata osservazione clinica del paziente dopo l'inoculazione o della scelta di una zona del corpo sbagliata per l'iniezione. Questo è considerabile "colpa grave". Lo scudo penale dovrebbe quindi coprire tutto il personale coinvolto nella campagna vaccinale: i medici ospedalieri o di base, gli specializzandi, i pensionati che risponderanno all'appello, gli odontoiatri con cui è stato stretto un accordo ad hoc, senza dimenticare i farmacisti che saranno assoldati previo corso di formazione specifico. Per questo ampia soddisfazione è stata espressa da sindacati e associazioni di rappresentanza dei medici.

Boom di denunce

Già prima dell'emergenza Covid-19 si registrava una denuncia al giorno contro medici e professionisti sanitari, anche se in media 8 casi su 10 risolta con un nulla di fatto, ma con un grosso dispendio economico e di energie per le persone coinvolte. Ora i numeri sono in salita. "Considerando i tempi lunghi dell'iter giudiziario, per avere numeri precisi bisogna attendere ancora molti mesi, ma i nostri legali, in base alle richieste pervenute, stimano un incremento del 30% delle denunce contro i medici dall'inizio della pandemia", lo comunica Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, gruppo che si occupa di formazione e tutela legale per medici e operatori sanitari, salutando con favore l'emendamento al Dl Covid che estende lo scudo penale per i sanitari a tutta l'attività prestata durante la pandemia.  Sempre secondo dati elaborati da Consulcesi, sarebbero circa 300mila le cause pendenti nel settore sanitario, 35mila nuove azioni legali ogni anno. Le denunce riguardano principalmente: errori chirurgici (37,9% dei casi), diagnosi sbagliate (15,5%) e terapie scorrette (10,2%). Errori presunti - sostiene il team legale - perché il 66% dei procedimenti civili e il 95% di quelli penali si concludono con un'assoluzione. 

Concorsi pubblici  

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commenta così l'approvazione in Aula al Senato del decreto legge covid (44/2021) che all'articolo 10 sblocca e riforma i concorsi pubblici.  "È il primo passo per la rivoluzione del reclutamento nella Pubblica amministrazione", continua Brunetta. "Niente più carta e penna, a regime una sola prova scritta digitale, ma in presenza, e una prova orale. Valutazione iniziale dei titoli di studio per le figure ad alta specializzazione tecnica, nel segno della corrispondenza ragionevole tra richiesta dell`amministrazione e livello del posto messo a bando. Un principio che era già nelle intenzioni della norma, come avevo chiarito in audizione il 27 aprile. Basta con le interpretazioni fuorvianti da parte di chi vuole speculare sul futuro dei giovani. Con questa riforma sblocchiamo migliaia di posti di lavoro. Premiare il merito valorizzando i percorsi formativi significa stare dalla parte dei giovani, soprattutto di quelli che possono contare soltanto sullo studio e sull'impegno".