Mezzi pubblici in Lombardia: pendolari uno accanto all’altro. Ma non sul metrò

Norme contradditorie, nonostante i chiarimenti di Regione e Governo restano le differenze a seconda del mezzo

L’assessore ai Trasporti, Claudia Terzi

L’assessore ai Trasporti, Claudia Terzi

Milano, 4 agosto 2020 - Sui convogli di Trenord scompaiono i segnaposto finora usati per mantenere il distanziamento fra i passeggeri seduti: le lancette dell’orologio tornano all’era pre-coronavirus, con un numero di viaggiatori che però è dimezzato. Segnaposto che invece restano su metropolitane, bus e tram Atm a Milano, in attesa di "ulteriori chiarimenti".

Biglietti che vanno a ruba sui treni Frecciarossa diretti verso il sud Italia, dopo che il mantenimento delle norme sul distanziamento ha tagliato i posti vendibili. Una schiarita nel caos del sistema dei trasporti, con la Regione che ha allentato misure di sicurezza mantenute invece a livello nazionale, è arrivata dal ministro del Trasporti Paola De Micheli: "Il decreto legge, quando abbiamo fatto la riapertura, prevedeva che le Regioni avessero la possibilità di stringere o allargare le misure di sicurezza". Quindi il ministero decide sull’alta velocità e le linee interregionali, mentre le Regioni hanno la competenza sul trasporto locale.

"La decisione di aumentare la capienza dei mezzi pubblici è meditata – spiega l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi – tiene conto della situazione sanitaria e della necessità di coordinamento con le Regioni vicine, che hanno adottato provvedimenti analoghi ben prima della Lombardia. Attraverso un dialogo con il Governo intendiamo risolvere le incertezze". Tema che giovedì sarà al centro della Conferenza Stato-Regioni, mentre il Pd chiede a Palazzo Lombardia di tornare sui suoi passi. "Il liberi tutti – sottolinea Antonio Albrizio (Uiltrasporti) – non è la soluzione".