Covid, Burioni: "Con la variante inglese 2 metri al chiuso non bastano"

Il virologo avverte: se il luogo non è adeguatamente ventilato occorre aumentare le precauzioni per impedire il contagio

Roberto Burioni

Roberto Burioni

Milano, 16 aprile 2021 - Nel giorno in cui i riflettori sono puntati su possibili riaperture, chieste a gran voce dai presidenti delle regioni e gli indicatori della pandemia sono in calo (l'Rt scende a 0,85) con 13 regioni che hanno valori da zona gialla, arrivano come una doccia fredda le parole del virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano che fa dei distinguo sulle distanze da mantenere nei luoghi chiusi rispetto a quelli all'aperto dopo che, nei giorni scorsi, si era espresso favorevolmente sulle riaperture alla luce dei dati che indicano che il contagio all'esterno è molto raro. "Mentre si discute di riaperture, facciamo chiarezza su un punto fondamentale. Con la dominanza della variante inglese" del coronavirus Sars-CoV-2, che si è ormai affermata anche in Italia, "all'interno di un luogo chiuso e non adeguatamente ventilato la distanza di 2 metri non è in alcun modo sufficiente per impedire il contagio" da Covid-19. "Quando dico che all'aperto il contagio è molto più difficile - prosegue il virologo sui social -  1) non significa che è impossibile 2) l'affermazione non è valida se siete all'aperto e, per esempio, vi state baciando in camporella".

Nei giorni scorsi Burioni, contrariamente ad altri virologi, si è detto favorevole alla riapertura di bar, ristoranti e pure teatri all'esterno, "non lesinando autorizzazioni" dal momento che "i dati indicano che il contagio all'esterno è molto raro. A me - ha sottolineato Burioni - non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto".