Discoteche verso le riaperture, salgono i sì. Ma Pregliasco: "Aspettiamo gennaio"

Il sindacato dei locali da ballo incontra i ministri. Salvini per lo stop a tutti i divieti. Il virologo: "Se la curva dei contagi cala ancora, a San Silvestro"

Le discoteche non vedono l'ora di riaprire

Le discoteche non vedono l'ora di riaprire

Aprire o no le discoteche? Il dibattito tra favorevoli e contrari è aperti, ma la curva discendente dei contagi Covid sembra indurre ottimismo tra gli operatori del settore. “Non chiediamo di aprire domani, ma riteniamo urgentissimo l’avvio di un tavolo di concertazione con il governo. Una necessità di cui ho parlato con i ministri Giorgetti, Gelmini, Brunetta e Garavaglia all’Assemblea nazionale di Confcommercio. Tutti mi hanno detto che il nostro settore va sostenuto e che vanno trovati una data e un modo per farlo ripartire. Ritengo inutile però che tutta la politica continui a dirsi favorevole alla riapertura dei locali da ballo, ma ai tavoli istituzionali in cui si decide non se ne parli mai. Ora è il momento del fare».

Così  Gianni Indino, presidente del Silb-Fibe Emilia-Romagna, il sindacato dei locali da ballo di Confcommercio. «Il 7 ottobre - preannuncia - si riuniranno a Roma gli organi federali del Silb-Fipe e se a quella data non si sarà ottenuto l’ok alla ripartenza delle attività di ballo o almeno un tavolo istituzionale in cui discuterne, si deciderà di mettere in campo quelle proteste molto rumorose che abbiamo annunciato». «Sono molto deluso che nel Consiglio dei Ministri di oggi non si sia fatto cenno alla nostra situazione - aggiunge Indino - perdendo un’altra occasione per discutere di una riapertura e delle possibili modalità per attuarla in piena sicurezza tutelando salute, imprese e occupazione».

Anche i virologi sono più che possibilisti: “Abbiamo riaperto gli stadi ma teniamo chiuse le discoteche: mi pare che scientificamente questo passaggio non regga. Con rigore, controlli, limiti alla capienza e Green pass, possiamo riaprire le discoteche”, teorizza Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). “Da quello che si vede in tv non mi pare che negli stadi si rispettino le regole - osserva Andreoni - c’è gente che urla e si abbraccia, una situazione simile si verificherebbe anche in discoteca. Quindi non vedo perché tenerle chiuse, così diventa solo una discriminazione di un settore”.

Più prudente Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene alla Statale di Milano. “Per riaprire le discoteche dobbiamo aspettare ancora un po’, tra dicembre e gennaio. Magari per Capodanno se tutto va bene, ovvero se la curva dei contagi da Covid-19 resta stabile”. Per il virologo è “comprensibilissima  la difficoltà dei gestori, a cui va la mia solidarietà. Ma siamo in una fase in cui dobbiamo prepararci a uno scenario invernale non piacevole, o comunque con un colpo di coda del virus, proprio perché si concentreranno tutta una serie di aspetti negativi che sono quelli dovuti a un generale abbassamento della guardia rispetto al passato, agli sbalzi termici, alla riapertura delle attività lavorative in presenza sempre più massicce e alla scuola che si vuole tenere aperta”, elenca il virologo. 

“Tutti elementi che - ricorda - di fatto sono un primo step importante, ma da tenere sotto controllo”. La parola d’ordine, ripete Pregliasco, è “gradualità”. In questo quadro si colloca il no alla riapertura anche delle discoteche, che “sono luoghi dove - ragiona l’esperto - si concentra tutto quello che è il possibile rischio: c’è prolungata vicinanza, ci si parla addosso, si suda, si ha una maggiore frequenza di respirazione perché si balla, si scambiano i bicchieri. Insomma, l’estate scorsa ci sono state situazioni esemplari che lo hanno messo in evidenza”. Ma il Green pass non cambia lo scenario? Impossibile pensare a ingressi contingentati come per cinema e teatri? “Vediamolo nel divenire - risponde Pregliasco - Rimaniamo prudenti”.

Polemico Matteo Salvini. “Tutta Europa sta vaccinando e riaprendo, l’Italia è uno dei Paesi più vaccinati d’Europa ma qualcuno si ostina a limitare le riaperture. Non capisco dove sia il pregiudizio ideologico che sta causando un danno sociale e morale a milioni di italiani per chi si ostina, solo in Italia, a vietare il ballo a giovani e anziani. Vorrei capire da Speranza e da Draghi perché no. Tutta Europa riapre e noi no”. Salvini plaude alla decisione del Portogallo, che a partire dal primo ottobre, riaprirà tutte le attività.  “Se tu imponi il vaccino e il green pass il diritto al lavoro lo devi garantire a tutti - rimarca - Se tu chiedi il green pass devi riaprire tutto in piena capienza: cinema, musei, teatri, stadi, sale da ballo e discoteche. Stiamo togliendo il diritto al lavoro a 300mila persone e il diritto a un divertimento sano e sicuro a giovani e anziani”.

Per il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, “il green pass può essere utile per riaprire le discoteche. Sarebbe un uso virtuoso e positivo di questo certificato: usarlo per riaprire ciò che è ancora chiuso, come si è fatto alla sua nascita per i voli aerei”.  “In questo Paese - aggiunge - si può andare al museo, al cinema, negli stadi, ma non si può ballare. Pare che le discoteche siano l’unico luogo di contagio. Perché non riaprire le discoteche con il green pass?”. Il certificato verde - ribadisce Marsilio - “non deve servire per limitare, ma per far ripartire in sicurezza le attività ancora ferme”. 

"Sì all'apertura delle discoteche con tutte le attenzioni del caso». Così il senatore Riccardo Nencini (Psi), presidente della 7/a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), a Isernia in riferimento alle riaperture che stanno interessando il settore cultura. «C'è stata un'attenzione giusta da parte del governo - ha proseguito -. Nella commissione che presiedo è prevalsa però, soprattutto nelle ultime settimane, la tendenza ed è un invito, che ho visto il Cts ha accolto, e spero lo faccia anche il governo presto, a puntare alla piena capienza sia per i luoghi di cultura sia per i luoghi di spettacolo sia per i luoghi di sport. Non vedo perché le discoteche debbano essere messe ai lati».