Crisi, Conte: "Dimissioni per un governo di salvezza nazionale"

Il premier: "Le forze europeiste che hanno a cuore le sorti della Repubblica si uniscano". Pronto a nascere il gruppo dei responsabili al Senato

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

Roma, 26 gennaio 2021 - Partiti a confronto dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte. La politica tricolore si muove in attesa delle consultazioni fissate per domani dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha la palla in mano dopo l'addio dell'avvocato pugliese.

Il gruppo dei responsabili

Grande è la mobilitazione nell'area centrista per la formazione del gruppo dei "responsabili", o "volenterosi" che dir si voglia, fondamentale per la formazione di un nuovo governo, Conte-ter o squadra sostenuta dalla vecchia maggioranza in versione allargata. Il gruppo potrebbe formarsi sulla base delle truppe portate dal Centro Democratico di Tabacci e del Maie-Italia 23 che fa capo a Riccardo Merlo e Raffaele Fantetti al Senato.

Simbolo e nome dovrebbero fare riferimento proprio all'ispirazione centrista, così come è stato chiesto dal senatore ex pentastellato Gregorio De Falco. La sua proposta di creare una nuova componente all'interno del gruppo misto sarà discussa domani mattina a mezzo giorno in una riunione della giunta per il regolamento del Senato. Se dovesse arrivare il via libera Tabacci potrebbe "prestare" il suo simbolo ai responsabili. Sono gli stessi parlamentari pronti a garantire rinforzi alla maggioranza a diffondere fiducia sull'impresa.

"Conte, secondo me, è e resta, l'unico punto di equilibrio politico, ora spero in un suo reincarico - ha detto Carmelo Lo Monte, deputato siciliano approdato nei giorni scorsi nelle file del Centro Democratico - Il paese è in un momento straordinario, come nel dopoguerra e non possiamo permetterci crisi e elezioni". Poi fa i conti: "Siamo già in 13 alla Camera, tra domani e dopodomani ne arrivano altri, al Senato ci sono due componenti al lavoro e qualcuno farà ragionare anche i senatori di Italia Viva".

E in serata sono arrivate le dichiarazioni di Conte con un lungo post su Facebook. "Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità - ha scritto il premier uscito di scena (e rientrante?) - la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale". Il post è una sorta di appello ai responsabili. Alla vigilia dell'avvio delle consultazioni, che inizieranno domani per terminare venerdì pomeriggio, il premier torna ad appellarsi a tutte le forze "europeiste" e che "hanno a cuore le sorti della Repubblica" per formare un governo in grado di affrontare le sfide dei prossimi mesi.

Le voci nel centrosinistra

Il Pd sembra convinto della scelta di proseguire con Conte, ma senza farne un totem. "Per noi oggi l'ipotesi sul campo è reincaricare Conte, vedremo le indicazioni che daranno gli altri partiti e soprattutto ci atterremo alle indicazioni del capo dello Stato". Così ha detto Andrea Marcucci, capogruppo dem a Palazzo Madama. Non è un all in sul premier appena dimesso, precisa Marcucci, ma la strada da seguire è quella. "Non c'è un Conte a tutti i costi - ha proseguito Marcucci - io dico che il buonsenso ci deve guidare e ci guida oggi in quella direzione".

Anche i renziani potrebbero starci, tanto che si sono affrettati nell'affermare di non voler mettere veti sul nome. "La crisi era sui contenuti, non sulle poltrone. Lo abbiamo sempre detto e dimostrato con i fatti. Ora è tempo di agire uniti il più in fretta possibile - ha detto la senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti -  Era necessario uno stop e un reset. Abbiamo visto che le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti hanno portato ad uno scossone necessario da tempo all'interno della maggioranza, innescando una svolta. Una svolta positiva. Vogliamo ora una maggioranza fortemente europea che affronti le emergenze del Paese: dai vaccini all'economia alle scuole". Parole che non sono così differenti da quelle ripetute da Conte e dagli esponenti di Pd e Movimento 5 Stelle. Resta il dubbio che Italia Viva nelle consultazioni di domani possa sparigliare ancora le carte, proponendo un nome alternativo a Conte.

Matteo Renzi nella sua enews ha illustrato la linea di Italia Viva per il colloquio con Mattarella. "Andremo al Quirinale senza pregiudizi", sono le parole dell'ex premier, con l'obiettivo di chiedere "un governo serio, di legislatura, europeista". La priorità di Italia Viva, secondo Renzi, "è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica. Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi sarebbero errori imperdonabili. Noi ci siamo". Con Conte? Si vedrà. Nell'attesa l'ex segretario del Pd gli riconosce l'onore delle armi: "Il presidente ha preso atto di non avere i numeri ma si è dimesso".

I pentastellati

Più fluida la posizione del Movimento Cinque Stelle, anche perché le anime presenti all'interno della galassia pentastellata hanno ripreso ad affrontarsi, soprattutto sulla possibilità di un rientro di Italia Viva in maggioranza. In serata, nell'assemblea dei gruppi di Camera e Senato convocata dal capo politico Vito Crimi, è uscita la linea politica: difesa di Conte perché "qualcuno proverà a eliminarlo", ma anche un tentativo di riannodare i fili del dialogo con Italia Viva.  Lo dice chiaramente il deputato siciliano Giorgio Trizzino: "È vero che esistono forti remore a riaprire il dialogo con Renzi ma io ritengo che sia corretto farlo nell'interesse del Paese ed anche perché non vedo altra maggioranza possibile al momento". Un big come il ministro della Giustizia Bonafede blinda Conte: "E' insostituibile".

Nel pomeriggio il capo politico Vito Crimi che sui social aveva giurato fedeltà all'avvocato pugliese. "Siamo e restiamo al fianco del presidente Giuseppe Conte - ha scritto l'ex viceministro dell'Interno - Riteniamo che sia l'unica persona che in questa fase storica possa rappresentare la sintesi e il collante di questa maggioranza. Maggioranza che deve essere consolidata e rinforzata e che deve concentrarsi sulle priorità del Paese".

Il centrodestra si compatta

Domani i leader del centrodestra si presenteranno uniti alle consultazioni con Mattarella. Un obiettivo centrato dopo una giornata di lavori, quando questa mattina sembravano delinearsi due indirizzi diversi, con Lega e Fratelli d'Italia più "barricaderi" e i berlusconiani più dialoganti. In serata, dopo il vertice fra i partiti, i pianeti si sono allineati, con la decisione di incontrare Mattarella tutti insieme, subito benedetta da Berlusconi. "Giusto andare al Colle insieme", ha affermato il Cavaliere. Netta Giorgia Meloni. "Non c'è nessuna possibilità che il centrodestra appoggi Conte, questo diremo al capo dello Stato", ha affermato la coordinatrice di Fratelli d'Italia nel corso di una diretta Facebook. 

Matteo Salvini, invece, ha indicato le condizioni per l'esplorazione della possibilità di un eventuale governo di unità nazionale: "Se fanno taglio tasse al 15%, se non toccano quota 100, se ci permettono di tenere sotto controllo l'immigrazione, se si muovono sulle infrastrutture allora parliamone". Per chiudere con un eloquente: "E' fantapolitica". Appunto.