Rischio razionamento diesel. Perché potrebbe accadere. Allarme lanciato in Europa e Italia

Il carburante scarseggia a livello globale e la guerra rischia di ridurre ancora i flussi da Russia e Ucraina. Goldman Sachs ha disegnato tre scenari futuri. E non sono rassicuranti

Sembrano scenari apocalittici, ma negli ultimi giorni gli allarmi si sono moltiplicati. Con la diminuzione di disponibilità in Europa di materie prime provenienti dalla Russia e dall'Ucraina (in parte a causa delle sanzioni economiche imposte a Putin) e in particolare di gas e idrocarburi, da più parti gli analisti hanno evidenziato come, nei prossimi mesi, si potrebbero verificare situazioni in cui scarseggiano alcuni beni di consumo che, a questo punto, dovrebbero essere razionati.

Una pompa di benzina
Una pompa di benzina

L'annuncio di Johnson

L'8 marzo il presidente americano Joe Biden annuncia lo stop immediato delle importazioni di greggio russo e Londra lo aveva seguito impegnandosi a ridurre a zero le sue forniture di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022.

Inflazione alle stelle

Una decisione che avrebbe un impatto non solo sulla disponibilità di carburante ma anche sull'inflazione con i prezzi di tutti i beni di consumo logicamente destinati a salire.

L'allarme razionamenti

Dopo le dichiarazioni del premier britannico Johnson, un portavoce della società di consulenza Energy Aspects ha dichiarato: “I rischi del razionamento energetico e in definitiva, di una recessione, stanno aumentando di giorno in giorno, cosa che la maggior parte dei politici sembra ignorare". "Se il petrolio russo non verrà reintegrato nel mercato entro le prossime settimane, corriamo il rischio reale di dover razionare greggio e prodotti entro l’estate”.

I prezzi dei carburanti

Già ora i prezzi dei carburanti sono ai massimi in tutta Europa. 

L'allarme degli esperti

La stessa società di consulenza Energy Aspects ha annunciato che, con l'aumento di sanzioni nei confronti della Russa e una prosecuzione del conflitto la carenza di carburati potrebbe verificarsi ben prima, già dalle prossime settimane determinando la necessità di razionare il carburante, in particolare il diesel di cui già nei mesi scorsi erano diminuite le scorte.

Questo determinerebbe problemi nella circolazione dei camion e quindi nella distribuzione di beni di consumo, a partire dal cibo.

Il diesel scarseggia in tutto il pianeta

La realtà è che il diesel scarseggia in tutto il pianeta. La penuria di materie prime è un fenomeno globale che sta investendo tutti i settori e tutti i comparti. Mentre molti economisti lanciano l’allarme sul fronte del cibo perché molte materie prime alimentari ben presto potrebbero scomparire, l’emergenza più prossima sembra essere quella del diesel. La scarsità di diesel è inbfatti alla base del fatto che, nei giorni scorsi, proprio il gasolio (da sempre meno costoso della benzina) ha superato il prezzo della verde.

Il monito di Goldman Sachs

Nello scenario peggiore in cui la Russia interrompesse tutte le esportazioni di gas verso l'Europa, il Pil dell'area euro diminuirebbe di 2,2 punti percentuali nel 2022 rispetto alla previsione di base, con impatti considerevoli in Germania (-3,4 punti) e in Italia (-2,6 punti). Lo sostiene un report di Goldman Sachs, sottolineando come la dipendenza dal gas russo della Germania (50% delle sue importazioni totali) e dell'Italia (45% circa) sia "notevole"

L'Europa, spiega la banca d'affari Usa, dipende "pesantemente" dal gas naturale russo, con Mosca che rappresenta circa un terzo delle importazioni dell'eurozona. Dato l'alto grado di incertezza.

Tre scenari

Goldman Sachs paventa quindi tre scenari: il primo, in cui non ci sono ulteriori interruzioni di fornitura di gas in aggiunta alla riduzione del flusso dallo scorso settembre; un secondo, con l'arresto della fornitura di gas che passa attraverso l'Ucraina per tutto l'anno; e un terzo scenario con lo stop completo di tutte le importazioni russe attraverso i gasdotti verso Europa, anche per il resto dell'anno. 

Per il 2022 nel suo complesso, nello scenario senza ulteriori interruzioni dell'approvvigionamento, Goldman Sachs si aspetta che gli alti prezzi del gas pesino sulla crescita del Pil della zona euro per 0,6 punti percentuali e del Regno Unito per 0,1 punti rispetto alla previsione di base, con un impatto probabilmente maggiore in Germania (-0,9 punti).

Quante sono le auto diesel circolanti in Italia

Dai dati del 2019  (fonte Automobile Club d’Italia) su circa 39 milioni di automobili circolanti in Italia, poco più di 18 milioni (46,3 per cento) vanno a benzina e 17,3 milioni a gasolio (44,4 per cento). I restanti 3,7 milioni di auto vanno soprattutto a gpl (2,4 milioni) e a metano (945 mila). Le ibride benzina (240 mila), le auto elettriche (12 mila) e le ibride gasolio (5 mila scarse) sono una piccola minoranza del totale (0,7 per cento scarso del totale). C'è da dire che la legislazione che limiterà la circolazione dei diesel ha ridotto moltissimo le immatricolazioni di queste auto spesso, in passato, preferite alla benzina proprio per i costi inferiori del carburante.