Denise Pipitone: è sua l'impronta sul parabrezza dell'auto che sfrecciava a Mazara?

La mano di una bambina sul parabrezza della Ford Fiesta, che corre per le strade dopo la scomparsa della piccola, e non si ferma nemmeno dopo un incidente

Denise Pipitone, scomparsa nel 2004

Denise Pipitone, scomparsa nel 2004

Milano, 12 giugno - Dopo il mistero dell'auto bruciata e abbandonata da anni in via Rieti, le indagini giornalistiche sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara l'1 settembre 2004 si orientano anche sull'altra auto sospetta: una Ford Fiesta che poco dopo la sparizione della bimba fu vista sfrecciare a velocità senza fermarsi nemmeno dopo aver urtato contro un marciapiede. Nonostante il danno, la vettura  - secondo quanto  emerso ieri a "Quarto Grado" - sarebbe stata vista mentre proseguiva la sua corsa in una stradina sterrata, dov’è stata seguita, anche se per poco, da un testimone in motorino. Quella strada sterrata, secondo quanto emerso, sarebbe conosciuta solo ai residenti della zona. 

Non solo. Appare "anomalo" il comportamento del conducente, una donna con capelli corti color castano chiaro -  di cui sarebbe stata accertata l'identità - che, dopo un urto, non si ferma a verificare i danni, come sottolineato a "Quarto Grado" dal perito della procura Luigi Simonetto. Lo stesso perito, all'epoca della scomparsa, aveva suggerito di controllare nelle officine la presenza di eventuali vetture che avessero chiesto la sostituzione e riparazione di parti meccaniche, cercando all’interno di esse "tracce biologiche" riconducibili a Denise.“Se è stato fatto non ne sono a conoscenza”, ha aggiunto Simonetto. Nel corso della trasmissione è stato spiegato che molte automobili sono state controllate all’epoca e in una di queste è stata rilevata l'impronta di una manina sul parabrezza. Le impronte digitali avrebbero potuto segnare una svolta nelle indagini, grazie al confronto con quelle dei bambini della zona, in particolare di quelli che potevano essere saliti sull'auto per verificare se l’impronta sul parabrezza corrispondesse a uno di loro o non fosse piuttosto riconducibile, in ipotesi a Denise. Perchè quegli accertamenti non furono fatti? E chi c'era a bordo di quell'auto vista sfrecciare poco dopo la scomparsa della bambina? Dove era diretta?

Tanti interrogativi a cui la riapertura delle indagini, con l'iscrizione di due persone nel registro degli indagati (Anna Corona, ex moglie del papà naturale di Denise e Giuseppe Della Chiave nipote del testimone audioleso deceduto), ma anche i particolari rivelati da lettere anonime e nuovi testimoni potrebbero dare risposta dopo 17 anni di silenzi e depistaggi, come ha dichiarato l'ex pm Angioni.