Green Pass, via libera al nuovo decreto: cosa cambia. E le prossime tappe

Oggi Consiglio dei ministri sull'estensione della Certificazione Verde Covid-19, ma solo per due categorie: scuole e Rsa. Ecco il cronoprogramma

Roma, 9 settembre 2021 -  Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende da fonti di governo, ha dato il via libera al decreto legge "per fronteggiare l'emergenza da Covid-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale assistenziale". Il dl estende l'obbligo di Green pass al personale esterno della scuola e dell'università e ai lavoratori delle Rsa. Secondo quanto riferito dal premier Mario Draghi in Cdm, "a breve ci sarà un intervento più ampio di estensione dell'obbligo del Green pass". Tra i ministri non si sarebbe aperto un dibattito sul tema.

Resta dunque sospesa l’estensione da ottobre ai dipendenti della Pubblica amministrazione e del settore privato. Il rinvio della decisione è dovuto alle tensioni create dalla Lega, che ha votato contro il governo ma oggi, alla Camera, ha invece detto sì al conversione in legge del decreto che ha introdotto il green pass, cioè quello emanato il 23 luglio ed entrato in vigore il 6 agosto: in Aula è pssato con 259 sì e 34 no. Così, per non compromettere i voti del Carroccio arrivati poco dopo il Cdm, il governo ha preferito non forzare: per l’obbligo per tutti i lavoratori bisognerà attendere un po’. Si farà gradualmente, ma si farà, ha assicurato il ministro Speranza: "L’estensione del certificato verde non è una scelta politica". Circola già un abbozzo di cronoprogramma che arriva fino a ottobre. Ora tocca al premier far quadrare il cerchio. Che ci sia o no oggi la cabina di regia, in consiglio dei ministri il nodo verrà affrontato.

Il piano per le scuole

"Fino al 31 dicembre 2021, cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative", "deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde Covid-19". Lo si legge nella bozza del decreto sul Green pass approvato oggi in Cdm. L'obbligo di esibire il Pass vale per chiunque entri in una scuola ma non riguarda gli studenti e chi è esentato dal vaccino. Infatti, "la disposizione di cui al primo periodo non si applica ai bambini, agli alunni e agli studenti nonché ai frequentanti i sistemi regionali di formazione, ad eccezione di coloro che prendono parte ai percorsi formativi degli Istituti tecnici superiori". L'estensione vale anche per le università. I controlli spettano ai dirigenti scolastici e nel caso di personale esterno alle scuole, anche ai rispettivi datori di lavoro.  

La norma vale anche per le scuole d'infanzia e quelle serali: "Le disposizioni di cui all'articolo 9-ter si applicano anche al personale scolastico dei servizi educativi per l'infanzia, dei corsi serali e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti (C.p.i.a.), dei sistemi regionali di Istruzione e Formazione Professionale (IeF.P.), dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (I.F.T.S.) e degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.). Le verifiche di cui al comma 4 dell'articolo 9-ter sono effettuate dai dirigenti scolastici e dai responsabili delle predette istituzioni".

Nelle Rsa 

Lavorare in un Rsa, anche come personale esterno, comporterà l'obbligo vaccinale. Chi vorrà sottrarsi verrà sospeso dal lavoro e non percepirà alcuna retribuzione. E' quanto stabilisce il decreto approvato oggi in Cdm, che applica quanto già previsto per il personale sanitario "a tutti i soggetti anche esterni che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa nelle strutture" di ricovero per anziani, si legge nella bozza del dl approdata in Cdm.  Dall'obbligo sono esclusi i "soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute". Per tutti gli altri che vorranno sottrarsi alla vaccinazione si introduce dunque "la sospensione della prestazione lavorativa", il che "comporta che non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato" fino "all'assolvimento dell'obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, fermo restando quanto previsto dall'articolo 4 comma 10". 

Dipendenti bar, ristoranti, cinema, palestre e autisti

Il secondo step – a meno di nuovi ripensamenti – dovrebbe arrivare la prossima settimana, con il lasciapassare che diventerebbe tassativo per tutte le categorie che frequentano i luoghi dove è richiesto ai clienti: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti di cinema e teatri, ma anche per istruttori sportivi di palestre e piscine. Coinvolti pure gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico locale, come chi lavora a contatto con il pubblico, ovvero agli sportelli. 

Pubblica amministrazione e settore privato

Da qui alla pubblica amministrazione il passo è breve ma va ben articolato. Da notare che professionisti come avvocati o commercialisti, al momento, non sono tra le categorie per cui si valuta l’obbligo, a differenza dei magistrati che rientrerebbero nel settore della pubblica amministrazione. Fermo restando che per l’accesso a strutture pubbliche, i tribunali ad esempio, anche i legali devono esibire il Pass. Gli ultimi saranno i lavoratori del settore privato, come gli operai delle grandi fabbriche, ma anche in generale i dipendenti di piccole e medie imprese. In questo caso restano però una serie di questioni da risolvere come la copertura delle spese per i tamponi (che dovrà eseguire chi non è vaccinato): nonostante il pressing di Confindustria affinché sia lo Stato a farsene carico, dall'esecutivo trapela che, esclusi i fragili, il costo dei tamponi non sarà coperto dallo Stato non solo perché a pagarli non dovrà essere la collettività ma perché ciò costituirebbe un forte disincentivo alla vaccinazione.

L'ipotesi dell'obbligo vaccinale

Insomma, niente è ancora certo e il copione potrebbe nuovamente cambiare: dipende dagli ostacoli da superare. Forse quello più serio per Draghi non è neppure la resistenza di uno dei partiti chiavi della sua maggioranza. Come ha ammesso lui stesso in conferenza stampa, non si può intervenire con l’obbligo sui luoghi di lavoro senza il consenso delle parti sociali e quel consenso per il momento non c’è. I sindacati accettano formalmente il Green pass ma con condizioni tali che lo spogliano di ogni significato, e che Draghi non può accettare. Di sicuro, a metà ottobre, il premier valuterà per davvero la mossa più estrema: l’obbligo vaccinale. Preferirebbe evitarlo, questo è certo. Ma sceglierà insieme al ministro della salute Roberto Speranza in base alle curve del contagio nelle scuole e alla copertura vaccinale. La soglia che va superata è alta, ma raggiungibile: l’immunizzazione del 90% degli over 12.