Dal Ddl Zan a "Cancella il debito": quando sono gli artisti a fare i politici

Da Jovanotti a Fedez, passando per J-Ax: il mondo della musica si è spesso schierato contro il potere

Fedez al concerto del Primo maggio

Fedez al concerto del Primo maggio

Fedez e il Ddl Zan. Un artista che lega il proprio nome a una causa sociale. Non è di certo una novità del 2021, anzi. Quella di Fedez è solo l'ultima in ordine di tempo delle battaglie che hanno visto il mondo della musica sposare campagne di sensibilizzazione su argomenti sociali oltre le canzoni.

"Cancella il debito" e "Il mio nome è mai più"

 Il millennio si è aperto, ad esempio, con due importanti battaglie. Entrambe firmate da Lorenzo Cherubini. In realtà la prima ha preso il via nel 1999, con l'uscita del singolo "Il mio nome è mai più" realizzato per beneficenza da Jovanotti, Luciano Ligabue e Piero Pelù. "E voglio i nomi di chi ha mentito, di chi ha parlato di una guerra giusta. Io non le lancio più le vostre sante bombe" affermavano. Un testo apertamente schierato per il pacifismo. Un anno dopo, ecco Cherubini schierarsi di nuovo. Sul palco del Festival di Sanremo canta "Cancella il debito". "Un miliardo di persone nel pianeta vivono con meno di un dollaro al giorno. Non stanno tentando di battere nessun record e non hanno fatto voto di povertà, la loro realtà non è una scelta ma la loro unica possibilità. Un dollaro al giorno toglie il medico di torno nel senso che le persone non hanno la possibilità di curarsi e nemmeno di informarsi, non possono studiare e nemmeno contribuire in nessun modo a cambiare la loro situazione" recitava il testo del brano, nel quale Jovanotti si rivolgeva direttamente al capo dello Stato e all'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema. Un brano che aveva poi portato anche l'artista di Cortona a incontrare lo stesso D'Alema insieme a nientemeno che Bono Vox, frontman degli U2. La stessa band negli anni Ottanta era intervenuta su un fatto di cronaca particolarmente delicato e tragico con "Sunday bloody Sunday", canzone che parla  del 30 gennaio 1972 ovvero la giornata in cui a Derry, città dell'Irlanda del Nord, l'esercito del Regno Unito sparò contro i manifestanti. Un impegno civile, quello degli U2, che è sempre stato evidente al mondo intero.

I contrasti politici

L'impegno politico e il fatto di schierarsi in maniera evidente sono due fenomeni che sono sempre appartenuti più alla cultura d'Oltreoceano che a quella italiana. Basti pensare alle elezioni presidenziali americane, dove a ogni tornata gli artisti più influenti mostrano in maniera esplicita il proprio consenso o dissenso nei confronti dei candidati. In Italia, prima dello scontro a viso aperto Fedez-Lega, quasi mai si era verificato uno scontro "ad personam". Quasi, perché qualche botta e risposta Fra J-Ax e lo stesso Fedez da una parte e il politico Carlo Giovanardi dell'altra c'era stato. Dal tema dell'omosessualità sino a quello della legalizzazione delle droghe leggere - argomento che proprio J-Ax aveva affrontato più volte quando faceva parte degli Articolo 31, basti pensare al brano "Ohi Maria" -: le querelle si sono protratte dal 2015 sino al 2017 a colpi di interviste e interventi sui social network. 

Punkreas-Lega, lo scontro infinito

"Strane creature verdi che studiano i riti dei celti e dei longobardi non parlan la lingua italiana, non sanno chi fosse il poeta Leopardi. Ma odiano il kebab, Maometto i senza tetto e anche la pizza. Chiacchiere da bar, si mischia la polenta con la razza" recita il testo di "Polenta e kebab", brano dei Punkreas datato 2012. La band portabandiera del punk in Italia non le ha certo mandate a dire neanche nel 2018, quando con "U-soli" è entrata a gamba tesa nel dibattito sullo ius soli, ovvero l'acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Un dibattito che ha visto spesso alcuni esponenti leghisti impegnati nel voler sancire la non legittimità della concessione della cittadinanza ai nati sul territorio italiano da genitori stranieri. In favore dello ius soli avevano manifestato, firmando petizioni e sostenendolo nei loro interventi pubblici anche artisti del calibro di Franca Valeri.

Il Ddl Zan e gli artisti: non solo Fedez

Il rapper milanese è stato senza dubbio il testimonial più dirompente del Ddl Zan nelle ultime settimane, anche a causa della risonanza del suo discorso dal palco del Concertone del Primo maggio, ma non è il solo esponente del mondo musicale ad aver fatto sentire la propria voce in favore della legge contro le discriminazioni basate su genere, sesso, orientamento sessuale e disabilità. Alessandra Amoroso, Cristiana D'Avena, Paola Turci, Loredana Bertè, Patty Pravo. Sono solo alcuni dei nomi che "ci hanno messo la faccia".