Negata la perizia a Davide Paitoni, il padre-assassino si uccide

Tagliò la gola al piccolo Daniele di soli sette anni nella casa di Morazzone: si è soffocato nella cella di San Vittore

Daniele Paitoni con il padre

Daniele Paitoni con il padre

Morazzone (Varese) - Ha deciso di uccidersi, troncando una vita breve, violenta e sbagliata, nella sua cella nel carcere di San Vittore. Davide Paitoni, magazziniere quarantunenne, il pomeriggio di Capodanno aveva sgozzato Daniele, il suo bambino di sette anni, e aveva poi tentato di uccidere con tre fendenti la moglie separata. Si è impiccato nelle prime ore di ieri mattina all’interno del "Reparto Protetti". Ha legato fra loro, per fare un cappio, la cordicella del cappuccio di una tuta e un altro laccio, forse la stringa di una scarpa, li ha fissati alla parte più alta della testiera del letto e si è lasciato cadere. Una garza sotto il naso tenuta ferma da due cerotti per impedirsi di respirare. E’ stato trovato supino, con il volto coperto dal lenzuolo. Su un tavolino una lettera finita direttamente nel fascicolo aperto dal pm di turno Stefano Ammendola. La cella e tutti gli oggetti che conteneva sono stati posti sotto sequestro in attesa dell’autopsia che chiarirà definitivamente la dinamica e quindi la causa della morte, anche se non pare ci siano dubbi sul fatto che si trattati di suicidio, perché, fra l’altro, le telecamere non hanno registrato nessun ingresso nelle ore a cui si fa risalire la morte di Paitoni, da 24 ore solo in cella perché il compagno, positivo al Covid era stato spostato.

Il 6 luglio era stato notificato a Paitoni l’avviso di conclusione delle indagini per l’omicidio del figlio. Lunedì il gip di Varese, Giuseppe Battarino, aveva negato la perizia psichiatrica chiesta dal difensore, Stefano Bruno. Questa mattina Paitoni sarebbe dovuto compare davanti al gip Alessandro Chionna per il tentato omicidio di un collega, ferito con un cutter durante una lite ad Azzate. Il gip Battarino, nel trasmettere l’ordinanza di custodia nel carcere di Varese (luogo della prima detenzione di Paitoni) aveva sottolineato "la necessità di ogni misura utile a prevenire possibili gesti autolesivi del detenuto". Sono felici gli ultimi giorni di vita del piccolo Daniele accanto a quel genitore che adorava. Dopo avere passato con il papà la vigilia di Natale, la giornata di Santo Stefano e quella del 30 dicembre, Daniele è con lui anche a Capodanno. In quei giorni Paitoni elabora il suo piano e la morte del bambino sarà la “punizione” per l’ex moglie. Paitoni alla guida della sua Volkswagen Golf copre la manciata di chilometri che lo separano da Gazzada Schianno, dove Silvia Gaggini è tornata a vivere in casa dei genitori.

Dov’è Davide? "Si è nascosto nel baule aperto", dice lui. Quando Silvia gli passa davanti, lui la colpisce con un coltello al volto e all’addome. Lei riesce a divincolarsi. L’allarme raggiunge i carabinieri della stazione di Azzate. Una pattuglia è nella casa di Morazzone. Viene aperta l’anta di un armadio in cucina. C’è il corpo di Daniele, rannicchiato, con uno uno straccio infilato in bocca.