"Dante meno moderno di Shakespeare" e con "un ego immenso": polemica sul giornale tedesco

Bufera sul ritratto (a luci e ombre) del sommo poeta apparso sul Frankfurter Rundshau. Franceschini: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa". Fdl: "Chiedano scusa"

Dante Alighieri

Dante Alighieri

Berlino - E' polemica Germania-Italia su Dante Alighieri. Nel giorno del Dantedì - a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta - la Frankfurter Rundshau ha dedicato un lungo articolo al poeta e alla complessità della sua figura. Padre della lingua italiana, certo, dice il giornale tedesco, ma anche autore difficile che gli stessi italiani devono decifrare tramite note, rimandi, precisazioni. Per la Rundshau Dante è debitore della tradizione provenzale, consapevole di un possibile antecedente arabo del suo viaggio tra inferno, purgatorio e paradiso e - cosa che di cui nessuno dubita - certamente è un autore del suo tempo, impregnato di moralismo e 'meno moderno di Shakespeare"

Al centro della polemica è finito il lungo articolo di Arno Widmann. Secondo il giornalista tedesco, la Divina Commedia è "una fabbrica di versi", nella quale "ogni volta è chiaro se fai parte dei buoni o dei cattivi", laddove l'Alighieri è mosso soprattutto "dalla voglia al giudicare e al condannare". "Gli oltre 14 mila versi sono intesi a gettare un ponte lungo oltre 1300 anni sull'Eneide di Virgilio: una tale opera abbisogna di un ego immenso". "L'amoralità di Shakespeare, la sua descrizione di ciò che è, ci sembra anni luce più moderno dello sforzo di Dante di avere un'opinione su tutto, di trascinare tutto davanti al giudizio della sua morale. Tutta questa gigantesca opera è lì solo per permettere al poeta di anticipare il Giudizio Universale, di fare il lavoro di Dio" e di dividere il buono dal cattivo, ha concluso il giornalista. In merito è arrivata la replica del ministro della Cutura Dario Franceschini che ha archiviato la querelle ricorrendo a una citazione dello stesso poeta toscano: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa (Inferno III, 51)". 

Netta invece la presa di posizione del capogruppo FdI in commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone, che ha sollecitato i ministri di Cultura e Esteri, Dario Franceschini e Luigi Di Maio, affinché "chiedano le scuse ufficiali dai rispettivi omologhi, Monika Grutters e Heiko Mass, per questo oltraggio a un simbolo nazionale". "Non ci permetteremmo mai - ha rimarcato il deputato FdI - di sminuire la grandezza di Goethe, peraltro ammiratore della bellezza, dell'arte e del paesaggio italiano"