Crisi di Governo: Conte si dimette, domani le consultazioni, trattative fitte

Il premier si sfoga: "Ora vedremo se il problema ero io" e lavora per un Conte ter. Lega e FdI per il voto, FI per un governo di salute nazionale

Il premier Conte (ANSA)

Il premier Conte (ANSA)

Roma, 26 gennaio 2021 - La cronaca della giornata di passione per il governi dimissionario:

15.05: Da presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte è rientrato a Palazzo Chigi, dopo esser salito al Colle per rassegnare le dimissioni, passando per il Senato e la Camera subito dopo per incontrare i rispettivi presidenti. Intanto Forza Italia Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. “Le dimissioni del presidente Conte sono un atto di chiarezza inevitabile per la ricerca di nuove soluzioni, che diano stabilità e prospettiva alle istituzioni e al Paese. Adesso una maggioranza che vuole presentarsi come “responsabile“ metterebbe fine al totoministri e alla caccia a pochi transfughi e volterebbe pagina, per aprirsi al confronto con le migliori energie del Paese e con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, senza preclusioni né riserve. Noi ci affidiamo alla saggezza del presidente Mattarella, che saprà gestire al meglio la ricerca di una soluzione alta e solida”.

14.45 - Conte lascia la Camera, il colloquio con il presidente Roberto Fico è durato un'ora e mezza, sproporzionatamente più lungo rispetto a quello con la presidente della Camera Casellati, solo un quarto d'ora.

14.20 - Se sul fronte che appoggia il governo Conte le divisioni si moltiplicano, anche il centrodestra non appare affatto compatto. Tanto è vero che le delegazioni stanno ancora decidendo se andare unite o meno da mattarella per le consultazioni. In particolare Forza Italia insiste per il governo di unità nazional, Lega e FdI per il voto. Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, si affretta però a precisare: “Ci rimettiamo alla saggezza del capo dello Stato. Abbiamo detto che se tutti i migliori si mettono assieme per affrontare l’emergenza e si può dare vita a un governo di unità nazionale stabile e serio e non sottoposto a ricatti”  Altrimenti lo strumento è il voto. Siamo disponibili a fare tutto quello che serve per gli italiani. Ma non c’è nessuna possibilità che Forza Italia esca dal centrodestra”. 

14.00 - Dopo aver incontrato per mezz'ora la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, Conte ha fatto vicista al presidente della Camera, Roberto Fico. Intanto, dopo la costituzione al Snato del gruppo dei Responsabili, che conta già una decina di effettivi, arriva un’altra presa di posizione contro il voto: “Diremmo di sì a una maggioranza Ursula, cioè quella che in Europa sostiene la Commissione, una maggioranza europeista”, dice Benedetto Della Vedova segretario di Più Europa. Per Della Vedova però “una maggioranza nuova ed europeista richiede un nuovo premier”. 

13.40: Salvini anticipa lo spirito del meeting pomeridiano con i suoi: “Mentre Conte si dimette e Pd, 5Stelle e Renzi litigano, la Lega riunisce in questo momento la segreteria politica. Premesso un chiaro NO a perdite di tempo e a governi pasticciati figli di parlamentari in vendita, con sindaci e governatori stiamo lavorando per risolvere i problemi legati alla cassa integrazione che non arriva, a rimborsi e ristori fantasma, ad un piano vaccinale in forte ritardo ed ai medici promessi dal governo e non ancora arrivati negli ospedali, alla riapertura in sicurezza delle scuole, alla ripartenza di negozi, bar, ristoranti, palestre, impianti sportivi e realtà culturali. Altri litigano per le poltrone e per tirare a campare, noi ci occupiamo della vita vera e degli italiani». La tesi è palese: il voto per lui (e Meloni) è la sola via di uscita.

13.15 - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lascia palazzo Giustiniani dopo aver incontrato per circa mezz'ora la Presidente del Senato Elisabetta Casellati.

12.57 - Il leader della Laga Matteo Salvini conferma il No compatto del centrodestra a un governo Conte Ter.

12.46 - Dopo aver lasciato il Quirinale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato a Palazzo Giustiniani per comunicare le dimissioni al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Subito dopo il premier si recherà alla Camera, dal presidente Roberto Fico.

12.30 - l premier Giuseppe Conte ha lasciato il Quirinale dopo essere stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale ha rassegnato le dimissioni. L'incontro e' durato circa mezz'ora.

12.25 - Matteo Salvini, ha riunito alle 12 il Consiglio federale della Lega. Si discuterà delle prossime mosse del centrodestra e su come si andrà al Quirinale. Secondo quanto riferisce un big del partito di via Bellerio al momento l’ipotesi è che le forze di opposizioni vadano separate al Colle. Ma sarà decisivo il vertice della coalizione nel pomeriggio. La posizione di FI diverge con quella della Lega e di Fdi che ormai puntano solo al voto, non prevedono né un Conte ter né alternative. Quindi no sia ad un eventuale governo del Pd (“Non saremo mai insieme ai dem”, spiega la stessa fonte), nè un governo di unità nazionale. Ipotesi, quest’ultima, non esclusa dai forzisti.

12.00 - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è appena arrivato al Quirinale per essere ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per rassegnare le sue dimissioni. Salta intanto l’incontro tra governo e regioni, previsto per le 16, sul recovery Fund. Il ministro Francesco Boccia, dopo aver sentito il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e i presidenti di Anci e Upi, Antonio Decaro e Michele de Pascale, ha annullato la riunione a cui avrebbe dovuto partecipare anche il Presidente del Consiglio Conte. In senato nasce il gruppo dei Responsabili.

11.30 - centrodestra compatto sul no al Conte ter. “Il centrodestra formato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia faraàle stesse scelte, anteponendo la propria coesione a qualsiasi altra ipotesi. Siamo una coalizione al servizio dell’Italia. Ci muoveremo coesi perché questo vogliono gli italiani che guardano a noi come futura e certa garanzia di governo del Paese”, dice il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Dal Pd nuove aperture a Renzi. Un ritorno di Renzi in maggioranza? “Nessuno può mettere veti a nessuno, mai dire mai in politica. Abbiamo letto con grande interesse che Renzi dice non ci devono essere veti su Conte, partiamo da qui per un ragionamento in tempi brevi ma solido”, dice Debora Serracchiani, vice presidente del Pd.

11.15 - il Movimento Cinque Stelle fa quadrato atorno al premier. “La nostra posizione per uscire da questa assurda crisi di governo è chiara: dopo Conte c’è Conte. I giochetti politici non ci interessano e non appartengono al nostro modo di fare politica”. A dirlo è Tiziana Beghin, capodelegazione M5s al Parlamento europeo. “Il presidente del Consiglio - riprende - ha riportato l’Italia al posto che merita in Europa. Grazie alla sua autorevolezza abbiamo iniziato quel cambiamento delle politiche europee necessario per far tornare i cittadini ad avere fiducia nell’Unione europea. Dal Recovery Fund alla sospensione del Patto di Stabilita’ e Crescita, dal Green new deal agli investimenti nel digitale. Grazie al Movimento 5 Stelle e a Giuseppe Conte questa Europa non parla piu’ l’incomprensibile linguaggio degli eurocrati ma da’ risposte giuste ai cittadini che soffrono”.

11.00 - Si attiva in questa fase, Forza Italia si premura di precisare la propria posizione. Quindici transfughi di Forza Italia pronti a passare alla maggioranza? “E’ una balla, Rocco Casalino butta dei nomi falsi nella mischia, li fa filtrare per creare tensione nei partiti o per distogliere dai nomi veri’’. Lo dice il senatore di Forza Italia Andrea Cangini a Radio 24. “C’ero finito dentro anche io e sono ancora infuriato, ma Conte non avrà la possibilità di allargare la maggioranza, ha ingannato su questo e ha bluffato anche con il Capo dello Stato“. Si fa vivo anche il Pd: “Il passaggio delle dimissioni di Conte deve servire ad aiutare a trovare in Parlamento una maggioranza più larga. Conte faccia appello alle forze europeiste, socialiste e liberali per un patto di legislatura che assicuri un governo forte che sappia gestire con efficienza e autorevolezza la crisi pandemica, il piano dei vaccini, le risorse del Recovery. Il voto sarebbe un fatto negativo a fronte dei problemi che il Paese ha di fronte. Noi pensiamo che non ci siano alternative alla maggioranza che ha sostenuto Conte. Si tratta di costruire una maggioranza più larga e più forte. Se non sarà possibile il rischio del voto c’è. E il Pd non ha paura del voto”. Così Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori Dem.

10.45 - si moltiplicano le dichiarazioni dei politici sugli scenari. Giorgio Mulé, portavoce di gruppi parlamentari di Forza Italia, ribadisce la posizione di Berlusconi: "Governo di unità nazionale o voto". L'alleato "Cambiamo", per voce dei deputati Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Giorgio Silli e Alessandro Sorte, fa esplicitamente il nome di Mario Draghi alla guida di un nuovo esecutivo. Emma Bonino propone di replicare in Italia la maggioranza che sostiene la Commissione europea, che in Italia arriverebbe fino a Forza Italia. Resta da capire la posizione del Colle, da cui - come da tradizione - al momento non trapelano indiscrezioni.

10.30 - Da Mattarella Conte porta la sua proposta per allargare la maggioranza: un governo di responsabilità nazionale, aperto a moderati e liberali di centro, ma senza Lega e Fdi. "Ora vedremo se l'obiettivo ero io", commenta il premier. “ Conte fa bene oggi a dimettersi, perché le sfide che il Paese ha davanti sono difficili e impegnative, e oggettivamente non si potevano affrontare con una maggioranza raccogliticcia, fragile, con una maggioranza nei fatti divisa o frutto di un reclutamento estemporaneo in Parlamento”. L’apertura sembra arrivare da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. "Noi abbiamo fiducia nel presidente Mattarella, non abbiamo mai invocato le elezioni perchè sappiamo che questo è un momento di estrema difficoltà nel quale la politica non si può dividere e non può perdere tempo. Ma una riedizione della stessa maggioranza che ha sostenuto il Conte bis, con le stesse fragilità, non avrebbe alcun senso“.

10.00 - Conte comunica le dimissioni in Consiglio dei ministri e ringrazia ogni singolo responsabile dei dicasteri.

09.00 -  Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è a Palazzo Chigi. A breve avrà inizio il Consiglio dei ministri nel quale il premier comunicherà le sue dimissioni, per poi recarsi al Colle.

Ma facciamo un passo indietro. La mattina più "lunga" per Giuseppe Conte è iniziata presto, con la certezza che  il capo del governo avrebbe  l'intenzione di dimettersi al consiglio dei ministri per poi salire al Quirinale e ufficializzare al presidente Mattarella la decisione con tutti i crismi dell'ufficialità. A meno di sorprese dell'ultima ora, la strada appare segnata e la direzione pure: quella di un nuovo esecutivo guidato ancora una volta dall'attuale premier. Sarebbe il Conte ter. L'unica ipotesi che Pd, M5S e Leu tengono in considerazione, fallito il tentativo di formare un gruppo parlamentare di "responsabili" - fuoriusciti dall'opposizione o IV non allineati con Renzi - in Senato, in cui  numeri alla mano Conte non gode più del sostegno di una maggioranza definita. Trattattive e abboccamenti con i "costruttori" non hanno sortito l'effetto sperato, così non resta che fare un passo indietro per muoverne poi uno avanti.

Ecco cosa succede ora

Le consultazioni

Ma chi sosterebbe il Conte ter? Si guarda al centro, ovviamente, a quell'Udc che ha dichiarato di voler rimanere nel centrodestra, agli scontenti di Forza Italia e anche Italia Viva, per quanto Dem e pentastellati non ne vogliano più sapere di Matteo Renzi. Ma la posta in gioco è troppo alta.  Le consultazioni al Quirinale inizieranno mercoledì e si annunciano brevi e sintetiche. Mattarella non vuole trascinare ulteriormente la crisi mentre Conte chiede garanzie prima di accettare un nuovo incarico.

Opposizione

L'opposizione, intanto, è divisa: Lega e FdI invocano le urne, Berlusconi chiama a un governo di larghe intese stile prima repubblica mentre Renzi osserva in attesa di ufficializzare a stretto giro la linea di Iv. Di certo domani, con un governo dimissionario, non sarà discussa la relazione sulla giustizia del ministro Bonafede in Senato dove altrimenti il Conte bis avrebbe incassato una sicura sconfitta.