Covid, Crisanti: "Contro la variante Delta più efficaci i vaccini a mRna"

Secondo il virologo per raggiungere l'immunità di gregge bisogna arrivare al 90-95% dei vaccinati e parallelamente riprendere il tracciamemto

Il virologo Andrea Crisanti

Il virologo Andrea Crisanti

Nessun vaccino copre al 100%, ma i più efficaci come copertura sono quelli a mRna, tipo Pfizer e Moderna

Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, intervenendo ad ad Agora' Estate su Rai 3 sull'aumento dei contagi legati alla variante Delta. Un'affermazione che arriva nel giorno in cui, da un rapporto interno dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, emerge che la variante Delta è contagiosa come la varicella.  Secondo Crisanti "I dati di Israele, se confermati, dicono che contro la variante Delta anche nel migliore dei casi abbiamo una protezione al 70%" Mentre sullo Sputnik ha aggiunto: "Le autorità scientifiche russe dicono che copre al 90% ma i dati in Europa sono ancora frammentari".

Crisanti non lascia spazio a dubbi e rilancia il monito: "Il vaccino non è sufficiente, lo dimostra quanto accaduto in Gran Bretagna. A settembre non sarà finita. La popolazione si immagina che a settembre raggiungiamo l'immunità di gregge e facciamo quello che ci pare. Non è così". A complicare le cose è anche la contagiosità della variante Delta, che fa aumentare la percentuale per raggiungere l'immunità di gregge. "Bisogna arrivare al 90-95% dei vaccinati e bisogna tenere conto che con i vaccini attuali c'è una protezione del 60%... quindi significa che vaccinando tutti si otterrebbe il 60% di protezione che è un valore più basso della soglia di immunità di gregge". La soluzione secondo il virolo potrebbe essere il tracciamento: "Se non si implementa un sistema di tracciamento non ne usciamo. I vaccini da soli non bastano, con i vaccini da soli non si raggiunge l'immunità di gregge. Bisogna chiarirlo perché sennò si dà uno strumento anche ai No vax perché direbbero 'avete visto, abbiamo vaccinato un sacco di persone e ancora non abbiamo raggiunto l'immunità di gregge'".

Per Crisanti è ora di "passare dalla fase di emergenza alla fase di sostenibilità che si ottiene in due modi: con la vaccinazione e sfruttando la finestra di tempo che ti danno le misure di restrizione. Se i casi diminuiscono, è chiaro che quello è il momento di scatenare tutta la nostra forza per tracciare tutti quanti. E' la seconda volta che in coindicenza con il calo dei contagi registriamo un calo dei tamponi, ma dovrebbe accadere esattamente il contrario, e si fa fatica a capire ancora questa cosa". Crisanti ha criticato il sistema "di tracciamento sparpagliato su 20 Regioni" dove "ognuno fa come gli pare e i farmacisti non hanno la possibilità di fare la refertazione di casi positivi". 

Per quanto riguarda invece il dibattito sulla terza dose, Crisanti è attendista: "Tra 1 mese e mezzo avremo abbastanza dati per capire l'impatto della terza dose. Siamo su un terreno sconosciuto. Non possiamo inventarci nulla. I dati sono la cosa più importante per tracciare la strada altrimenti si imporvvisa, e io non penso che in sanità pubblica si possa improvvisare".