Mini zone rosse e nuove strette: le mosse delle Regioni per evitare la zona gialla

In alcune località di mare torna l'obbligo di mascherine all'aperto. La situazione lombarda

Mini zone rosse e nuove strette

Mini zone rosse e nuove strette

Come salvare l'agosto degli italiani dall'incubo del contagio da Covid? Mentre i casi di positività continuano ad aumentare - anche se a un ritmo più blando negli ultimissimi giorni rispetto alla crescita esponenziale registrata a cavallo della settimana in chiusura e di quella precedente - la preoccupazione si concentra soprattutto sulla possibilità di una diffusione massiccia del contagio nelle località di vacanza, in particolare quelle di mare, favorita dagli assembramenti e dalla naturale tendenza ad allentare le briglie della prudenza nel corso delle ferie.

Del resto già l'Iss, nel suo ultimo report, ha illustrato come l'età media delle persone contagiate si sia notevolmente abbassata, raggiungendo quota 34,5 anni. E ha imputato l'aumento dei casi in alcune regioni alle feste per gli Europei. Adesso, però, la lente è puntata sulle mete delle vacanze. Con un "piano" che mira a un mix di interventi, con la possibilità di mini zone rosse e restrizioni localizzate nei territori delle regioni turistiche, sperando che la campagna vaccinale prosegua con efficacia anche nel mese in cui un alto numero di italiani lascia le città e i paesi di residenza per trasferirsi altrove. 

Cambio di colore in vista?

L'Italia al momento resta in zona bianca, ma i riflettori sono puntati - sul fronte di un possibile passaggio in giallo - sulle regioni del centro e del sud. A rischiare il giallo, se dovessero superare la soglia del 10% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e il 15% nei reparti ordinari, sono in particolare Sicilia (già 8% per i ricoveri ordinari e 4,7% intensive), Lazio (3,7% nelle intensive) e Sardegna (4,2% intensive). A questi numeri rischiano di avvicinarsi anche altre regioni a vocazione turistica che accoglieranno migliaia di villeggianti questo mese, come ad esempio la Puglia.

La pressione sugli ospedali è il parametro da monitorare con maggiore attenzione. Secondo l'ultimo bollettino, in tutta Italia sono 214 i pazienti ricoverati in rianimazione per il Covid, 13 in più nelle ultime 24 ore nel saldo tra le entrate e le uscite, con 25 ingressi giornalieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 1.851, 39 in più rispetto al giorno precedente. 

Gli interventi delle regioni

Nelle zone a rischio si studiano interventi puntuali per scongiurare un passaggio generale dalla zona bianca a quella gialla, che rappresenterebbe una catastrofe per la stagione turistica. La Sicilia ha chiesto alle sue aziende sanitarie di tornare all'attivazione di tutti i posti letto che erano stati avviati nella fase più acuta della pandemia. Nella regione è stato anche disposto il raddoppio dei posti letto a bassa intensità di cura nei Covid hotel perché, spiega l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, "in questo momento sono tantissimi i cittadini non italiani risultati positivi ospitati in queste strutture a carico nostro". Per il mese di agosto verrà inoltre attivato un servizio di trasporto navale in bio-contenimento per i turisti che dovessero risultare positivi sulle isole minori. 

La Sardegna, dove ci sono 32 Comuni che superano la soglia critica dei 250 casi per 100mila abitanti, è invece già alle prese con nuove strette in diversi Comuni. Tornano l'obbligo della mascherina all'aperto in vari territori del Cagliaritano e dell'Oristanese, mentre la sindaca di Maracalagonis (Cagliari) impone anche 10 metri di distanza tra gli ombrelloni nelle spiagge, anche quelle libere. E si tratta solo di alcune delle prescrizioni che i primi cittadini stanno adottando - di norma fino al 5 agosto - per cercare di arginare la risalita dei contagi in diverse  zone di tutta la Sardegna. Disposizioni simili sull'obbligo del dispositivo di protezione individuale all'aperto (in Campania non era mai stato abolito nonostante l'ordinanza ministeriale) sono state prese nel Lazio a Ponza, San Felice al Circeo e Sperlonga, in Puglia a Martina Franca e altre località turistiche mentre in Sicilia e Calabria sono spuntate zone rosse per alcuni Comuni.

La situazione lombarda

Ieri in Lombardia si sono registrati 777 nuovi casi di positività al coronavirus, una soglia che non si toccava dal 22 maggio scorso. La situazione negli ospedali resta comunque sotto controllo e non dovrebbe essere all'orizzonte alcun cambio di colore. Lo ha detto anche il presidente della Regione Attilio Fontana, facendo riferimento ai dati dell'ultimo monitoraggio Iss. "Con meno di 50 casi per 100 mila abitanti e le percentuali di occupazione dei posti letto in area medica pari al 3% e in terapia intensiva al 2%", ha spiegato il governatore, la Lombardia "è ben al di sotto delle rispettive soglie del 15% e 10%, previste dai nuovi parametri per il passaggio a una zona con più restrizioni". 

Ciò non toglie che l'aumento generalizzato del contagio che si è riscontrato in Italia sta facendo sentire i suoi effetti anche in Lombardia. Un dato, quello dei casi positivi per 100mila abitanti nelle ultime settimane, dimostra che la curva si sta alzando e che, al momento, il ritmo di crescita resta costante nel tempo. Nell'ultima rilevazione - a mercoledì 28 luglio - i casi ogni 100mila abitanti in regione sono 38, in aumento rispetto ai 27 della settimana precedente. In "testa" c'è la provincia di Mantova, a quota 65 casi ogni 100mila abitanti (quasi raddoppiati in una settimana). Seguno Cremona a 63, Varese a 62, Lodi e Como a 42, Milano a 36. Più dietro Monza a 30, Pavia a 26, Brescia a 23, Bergamo a 18, Sondrio a 13 e Lecco a 12.

Capitolo ricoveri: l'aumento è più evidente nei reparti ordinari, dove si è passati dai 123 di inizio luglio a 194 per arrivare ai 231 registrati ieri. Resta in diminuzione, invece, il trend delle terapie intensive, che è passato dai 44 di inizi mese ai 25 registrati ieri. Probabile che su questo dato influisca l'effetto vaccini, dato che gli anziani lombardi hanno risposto massicciamente all'appello della campagna di immunizzazione. E sono proprio gli over 65 a essere colpiti dalla malattia nelle forme più virulente, tali di consigliare il ricovero in terapia intensiva.