La variante Xe e le varianti puzzle: cosa sono, sintomi, contagiosità, vaccini

Come nascono e che pericolosità hanno le ultime mutazioni del Covid nate dalla combinazione di varianti già conosciute

Le varianti puzzle

Le varianti puzzle

La variante Xe è l'ultima comparsa. E' sostanzialmente data dalla combinazione di Omicron 1 e Omicron 2. Ancora non si sa molto. Di certo è una mutazione che, a parere degli esperti, "va tenuta sotto osservazione" e fa parte di una famiglia di varianti dette "ricombinanti" o "puzzle".

Cosa sono le varianti puzzle

"La variante ricombinante Xe sta iniziando a trovarsi sotto i riflettori". Ma "sappiamo ancora poco". In realtà, però, "Xe non è sola. Anche le varianti ricombinanti Xd e Xf sono state identificate quest'anno. Sono chiamate varianti ricombinanti perché sono come 'puzzle' di varianti già classificate". A fare il punto sul nuovo mutante di Sars-CoV-2 che comincia a far parlare di sé è l'immunologo Giacomo Gorini, il ricercatore italiano che ha all'università di Oxford ha collaborato al progetto del vaccino anti-Covid poi distribuito da AstraZeneca.

Cosa sappiamo della variante Xe

"Quello che si sa ad oggi di Xe, spiega l'esperto su Twitter, "proviene" dalla "sanità inglese", dalla Uk Health Security Agency. Ma quali sono le altre varianti "chimera"? o come le ha chiamate il virologo "puzzle" proprio perché composte dalla combinazione fra varianti già precedentemente note. 

La somma di Omicron 1 e Omicron 2

"Xd e Xf sono ricombinanti di Delta e BA.1 (Omicron 1), Xe di BA.1 (Omicron 1) e BA.2 (Omicron 2)", quindi un mix tutto interno alla famiglia Omicron. "In aggiunta - prosegue Gorini - Xe ha tre mutazioni non viste in altre varianti localizzate in due proteine non strutturali (diverse da Spike): Nsp3 e Nsp12".

Le varianti puzzle dove sono state trovate

La variante Xd ha la Spike di Omicron 1 nel genoma di Delta, spiega l'esperto allievo del virologo Roberto Burioni, "al 22 marzo erano stati identificati 49 casi: 40 in Francia, 8 in Danimarca, 1 in Belgio".  Xf, analizza invece Gorini, "non sembra avere avuto molto successo in Uk: primo caso rilevato il 7 gennaio 2022, l'ultimo il 14 febbraio, per un totale di 39 casi". Quanto a Xe, "contiene mutazioni tipiche di Ba.1 fino a Nsp6, per poi proseguire con mutazioni tipiche di Ba.2".

La contagiosità

Secondo l'ultimo report di Ukhsa, al 22 marzo erano stati rilevati 763 casi confermati, in crescita. La domanda però è: si trasmette più velocemente di Ba.2? Ad oggi il tasso di crescita di Xe sembra essere maggiore del 9.8% rispetto a Omicron 2, utilizzata come riferimento. Ma è ancora presto per fare stime definitive, e i virus appena emergono in una popolazione hanno un vantaggio. Le nuove varianti possono inizialmente diffondersi rapidamente a livello locale prima di schiantarsi contro il muro della protezione (completa o parziale) indotta da loro concorrenti. Per Xe, la concorrenza è Omicron 2 (Ba.2). Il vantaggio di trasmissibilità di Xe su Ba.2 sarà più avanti quasi sicuramente aggiustato. Non è nemmeno impossibile che sia smentito".

L'efficacia dei vaccini

"Troppo presto", fa notare Gorini, anche "per dati sulla suscettibilità di Xe alla protezione indotta da vaccino. Il fatto che la Spike sia uguale a quella di un'altra variante (Ba.2) che è suscettibile al vaccino è un buon segno. Ma il virus è nuovo" e quindi da "tenere sotto osservazione. Non sono nemmeno disponibili informazioni sulla severità della malattia indotta da Xe. Ricordo che una variante che si diffonde più rapidamente è sempre una minaccia, poiché ha il potenziale di sovraccaricare gli ospedali con più facilità. Ma con la copertura vaccinale di oggi siamo senza dubbio in una situazione migliore rispetto a quando affrontavamo Alfa o Delta"  "Teniamo gli occhi puntati su come questo virus si evolve - conclude quindi l'immunologo - rispettiamo le regole sanitarie e facciamoci avanti per i richiami". Lo "dico soprattutto a voi, quarte dosi. Non esitate".