Covid, ecco come Xe e Xj possono sfuggire ai nostri anticorpi

Il virologo: non sono varianti ma delle ricombinazioni. Il vantaggio evolutivo del virus è cercare di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino o da infezioni pregresse

Vaccinati e magari scampati al Covid ma  il virus si riorganizza e prova a superare le nostre difese immunitaria. E' il caso di  Xe, e anche la Xj individuata oggi in Italia che non sono nuove varianti del virus SarsCoV2, ma ricombinazioni, tentativi del virus di sfuggire proprio  agli anticorpi in una popolazione che ne è ormai ricca. E questa potrebbe esere anche la causa delle crescita delle reinfezioni da Covid, evidenziata oggi da Silvio Brusaferro, commentando i dati del monitoraggio settimanale sull'andamento epidemico.Ma se siamo vaccinati e/o scampati al Covid come è possibile.

Secondo il  virologo Francesco Broccolo, dell'università di Milano Bicocca e direttore scientifico del gruppo cerba HealthCare "Non si tratta di nuovi lignaggi: le sotto-varianti di Omicron si ricombinano". Fare la distinzione, spiega, è possibile in quanto "una variante ha sempre la stessa sequenza che la distingue, mentre delle ricombinazioni non si sa se sono tutte uguali, né si conosce la loro patogenicità, né la reale nicchia ecologica: sono tentativi di ricombinazione che non hanno generato una variante". Oltre a Xe e Xj, che sono ricombinazioni delle sotto-varianti di Omicro AB.1 e AB.2, ne sono state identificate altre, come Xd e Xf, che sono ricombinazioni fra Omicron e Delta.  "Il virus si ricombina perché, in un momento in cui la circolazione del virus è alta, più infezioni possono coesistere in un unico individuo, ricombinandosi", aggiunge l'esperto. "Il vantaggio evolutivo del virus è cercare di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino o da infezioni pregresse. La prova - osserva - è nel fatto che Omicron, fra tutte le varianti originate finora, è quella che ha avuto più successo nello sfuggire agli anticorpi grazie all'alto numero di mutazioni nella proteina spike"». Secondo Broccolo "è difficile capire se quella delle ricombinazioni sia una strategia vincente: finora non abbiamo visto ricombinazioni che abbiamo dato origine e nuove varianti". 

Omicron e Delta: sintomi e durata diversi. E la variante Xe? Quello che c'è da sapere

Se  è passato poco tempo dalla comparsa di  Xe, oggi fa il suo ingresso sulla scena pandemica Xj, con la prima sequenza ottenuta in Italia, dallAzienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Nè l'una nè l'altra quindi sono nuove varianti del virus SarsCoV2, ma ricombinanti.  Si allarga la famiglia del virus responsabile della pandemia di Covid. Finora sono stati identificati anche altri ricombinanti, come Xd e Xf, nati da Omicron e Delta, e sono stati segnalati anche Xa, Xb, Xc e Xh. Al momento l'unico individuato in Italia è Xj. Da tempo sono sparite dal nostro Paese le varianti Alfa e Delta, sopraffatte dalla Omicron, dominante al 100%, con l'80% dei casi dovuti alla sotto-variante BA.2. 

Non è al momento riportata nel nostro Paese nessuna sequenza della nuova sotto-variante Xe, osserva Angelo Boccia, che ha elaborato i dati e che fa parte del gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella. "Xe è apparentemente il risultato della ricombinazione di due diverse varianti di Omicron, BA.1 e BA.2. Un evento di ricombinazione di questo tipo - prosegue Boccia - può verificarsi quando un individuo viene infettato da due o più varianti contemporaneamente e, attraverso lo scambio di materiale genetico, viene a crearsi una versione ibrida del genoma del virus. Nel caso della variante Xe gran parte del suo genoma, compreso il gene S, deriva da BA.2". Il ricombinante Xj isolato in Calabria è nato in modo analogo e l'Italia è al momento il terzo Paese al mondo a segnalarne la presenza, dopo Finlandia e Thailandia

"È normale che il virus muti e si ricombini: è così che fanno i virus", osserva il genetista Giuseppe Novelli, dell'Università di Roma Tor Vergata. "Non è un fenomeno strano, ma può accadere facilmente quando diverse versioni di un virus coesistono nella stessa persona, come le sotto-varianti BA.1 e BA.2". Per Novelli è importante »avere la certezza che Xe e Xj siano nuovi ricombinanti. Non è semplice farlo perché occorrono tecniche di sequenziamento complesse". Inoltre, prosegue il genetista, "Non basta leggere le sequenze genetiche, ma bisogna interpretarle, e bisogna sequenziare molto di più«. Che il fenomeno della comparsa dei ricombinanti sia legato alla diffusione del virus è chiaro, ma secondo Novelli "è prematuro parlare della loro patogenicità: serve molto tempo per studiarli".