Covid, il vaccino o il virus influenzano la fertilità di coppia? Lo studio

Una ricerca della Boston university school of public health, condotta su coppie che cercavano di concepire un figlio

Gravidanza e covid: nuovo importante studio

Gravidanza e covid: nuovo importante studio

Covid e vaccino influenzano la fertilità di coppia? Stando a una ricerca della Boston University School of Public Health, pubblicata sull’American Journal of Epidemiology, non ci sarebbe nessun legame con la vaccinazione ma  l'infezione da Sars-Cov-potrebbe avere un impatto negativo a breve termine sulla fertilità maschile. Lo studio combatte così le fake news che mirano a diffondere l'idea che esista una correlazione tra l'iniezione e la possibilità di rimanere incinta. La dottoressa Amelia Wesselink del dipartimento di epidemiologia dell'università di Boston, autrice della ricerca, ha spiegato che "molti individui in età riproduttiva hanno citato le preoccupazioni sulla fertilità come motivo per non essere vaccinati, ma il nostro studio mostra, per la prima volta, che la vaccinazione covid in entrambi i partner non è correlata alla fertilità".

Per la loro indagine, gli autori hanno analizzato i dati del Pregnancy study online (Presto), uno studio di coorte condotto in modalità online su coppie statunitensi e canadesi che stavano cercando di avere un figlio senza il ricorso al supporto medico. I questionari online sono stati compilati da donne di età compresa tra 21 e 45 anni e dai loro compagni, di età superiore ai 21 anni. A tutti è stato chiesto quando e dove fossero stati vaccinati contro il Covid-19 e se fossero risultati positivi al virus. Le donne sono state invitate a compilare il questionario ogni 8 settimane fino a quando non fossero rimaste incinte o per 12 mesi qualora non fossero riuscite a concepire. I ricercatori non hanno rilevato alcuna differenza nei tassi di concepimento tra le coppie in cui almeno uno dei componenti aveva ricevuto almeno una dose di vaccino e le coppie non vaccinate. Inoltre, non sono emerse differenze tra chi aveva ricevuto una, due o tre dosi di vaccino; tra una tipologia di siero utilizzata e l'altra; tra canadesi o statunitensi. Non hanno inciso sulla capacità di concepire neanche da quanto tempo i componenti delle coppie fossero vaccinati, se fossero lavoratori del settore della salute o avessero una storia di infertilità. 

Complessivamente dunque, constatano gli autori dello studio, essere risultati positivi al Covid-19 non è stato associato con differenze nelle capacità di concepimento. Tuttavia, le coppie nelle quali il maschio aveva avuto il Covid nei 60 giorni prima di un ciclo mestruale, avevano il 18% di probabilità in meno di concepire in quel ciclo. Nel caso di coppie in cui il maschio era stato positivo da più di 60 giorni, invece, non sono state rilevate differenze. Secondo gli autori, una delle possibili cause della temporanea diminuzione della fertilità dei maschi che hanno contratto il Covid potrebbe essere la febbre che, come risaputo in ambito scientifico, incide sulla quantità e sulla motilità degli spermatozoi. Un'altra causa potrebbe essere lo stato infiammatorio causato dal Covid-19, che può riguardare anche i testicoli e gli altri tessuti dell'apparato riproduttivo maschile. I ricercatori ritengono che questa temporanea riduzione potrebbe essere evitata con la vaccinazione.

"Questi risultati forniscono rassicurazioni che la vaccinazione contro Covid-19 non compromette la fertilità delle coppie che sono alla ricerca di un figlio e costituiscono informazioni importanti per i medici che accompagnano le coppie in questo percorso", ha commentato  Diana Bianchi, direttore del NIH's Eunice Kennedy Shriver national institute of child health and human development.