Covid, l'11 marzo la decisione sul vaccino Johnson&Johnson

L'Ema si riunisce per il via libera al siero monodose. Austria e Danimarca rompono il fronte europeo e vanno con Israele

Lotta al Coronavirus (Ansa)

Lotta al Coronavirus (Ansa)

La corsa ai vaccini si avvicina a una data importante: l'11 marzo. Fra due giovedì l'Agenzia europea del farmaco convocherà una sessione straordinaria del suo comitato "per prendere in considerazione l'autorizzazione del vaccino" Johnson&Johnson. Lo rende noto l'Ema. "Quel giorno potrebbe essere emesso un parere sull'autorizzazione all'immissione in commercio di questo vaccino, a condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi e che qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta per completare la valutazione sia prontamente presentata", precisa l'agenzia. Sembra avvicinarsi dunque il via libera al vaccino J&J che ha giò ottenuto il semaforo verde negli Stati Uniti e presenta un grande vantaggio rispetto agli altri già in circolazione: viene somministrato in una dose sola

Domani sarà invece una giornata importante per il progetto di partnership pubblico-privato in Italia al fine di produrre vaccini sul territorio nazionale in collaborazione con le aziende titolari di brevetto.  Al Mise ci sarà il secondo incontro sul tema promosso dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti,  con la partecipazione del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, del direttore generale Enrica Giorgetti, del direttore Centro studi Carlo Riccini. Per l'Agenzia italiana del farmaco Aifa ci sarà il presidente Giorgio Palù. Presenzierà anche nuovo il commissario per l'emergenza Paolo Figliuolo che oggi ha invece incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza.  Sul tavolo la lista di aziende disponibili a collaborare, ne sono già state individuate in Veneto, Puglia e Lazio, e il nodo dei bioreattori: la sofisticata tecnologia necessaria alla produzione di vaccini che richiede dai 4 ai 6 mesi per essere messa a punto. Ecco perché, anche nella migliore delle ipotesi, i vaccini made in Italy non saranno disponibili prima dell'anno prossimo. 

Intanto  il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato un progetto di cooperazione con Danimarca e Israele per la produzione autonoma di vaccini di seconda generazione.  Anche se l'approccio comune di Bruxelles e' "corretto in linea di principio", "l'Agenzia europea per i medicinali e' troppo lenta per approvare i vaccini e ci sono strozzature nella fornitura da parte delle aziende farmaceutiche", ha lamentato il signor Kurz in una dichiarazione inviata martedi' all'Afp. "Dobbiamo quindi prepararci per ulteriori mutazioni e non dipendere piu' esclusivamente dall'Ue per la produzione di vaccini di seconda generazione", ha aggiunto.  Il capo del governo austriaco giovedi' si rechera' in Israele, dove incontrera' il primo ministro Benjamin Netanyahu e il primo ministro danese Mette Frederiksen per lanciare questa partnership senza precedenti, che copre sia la produzione che la ricerca "negli anni a venire".