Quattro mesi, quasi 8mila vittime: il caro prezzo dell’ultima ondata di Covid

Dal 15 dicembre al 15 aprile +24% di decessi. Il record a Varese, Como e Cremona: tutte oltre il +36%

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Milano -  Poco meno di 8mila le vittime che la Lombardia ha sacrificato all’ultima ondata del Covid, quella che ancora non è finita e che tuttora costringe in terapia intensiva 781 malati, quella che ancora ieri si è portata via per sempre 85 persone. Fra il 15 dicembre e il 15 aprile hanno perso la vita 7.897 pazienti, il 75% oltre i 75 anni di età. Quasi duemila ognuno dei 4 mesi trascorsi. Una media ben più elevata dei 1.100 di fine 2020. Nel frattempo, abbiamo affrontato una nuova zona rossa e le varianti del virus, specie quella inglese, più contagiosa ma non più letale, sono diventate il motore principale del contagio.

In questi quattro mesi si è passati da 24mila a quasi 32mila vittime, con una crescita che supera il 24% del totale dall’inizio della grande pandemia, tredici mesi fa. Ma non dovunque il 2021 ha dispensato lutti in egual misura. I decessi sono cresciuti molto di più della media regionale a Varese, +37,4%, provincia record davanti a Cremona e a Como, entrambe a +36,2%. Sopra il 30% anche Mantova (+32,1%) e di poco anche Sondrio, con +30,7%. Sopra la media anche Brescia, protagonista della seconda ondata, con +28,6%, insieme a Lecco. Monza e Pavia, entrambe in aumento di circa il 27%. Lodi, focolaio iniziale del contagio di SarsCov2, segna una crescita di 230 vittime in quattro mesi, per un +24,3%, cifra sostanzialmente in linea con il dato regionale.

Dove la pandemia sembra invece mordere di meno è Milano, con un aumento del 22,4%, pari a 2mila vittime in più.  Numero assoluto notevole, ma incremento inferiore percentualmente a quello dell’intera Lombardia. Bergamo, invece, sembra aver imboccato una strada più tranquilla. Forse per il dilagare incontrollato del virus nei primi, drammatici mesi delle bare portate via dall’Esercito, la provincia pare aver conquistato una relativa immunità al Covid. E la crescita delle vittime, che passano dalle 3.303 del 15 dicembre alle 3.583 del 15 aprile, è di sole (si fa per dire) 280 unità, pari al +7,8%. Dato che è un terzo di quello di tutta la Lombardia. Se, intanto, le corsie degli ospedali continuano a svuotarsi lentamente e l’occupazione delle terapie intensive continua ad essere pericolosamente sopra la soglia del 50% dei posti disponibili, si mantiene sostanzialmente stabile, nelle ultime due settimane, il numero giornaliero di decessi. Negli ultimi quindici giorni, si oscilla fra le 127 vittime registrate il 2 aprile alle 53 registrate dopo il fine settimana pasquale: ieri, si era invece ancora a quota 85.