Ricoveri Covid: nelle terapie intensive +17% di No Vax, calano i vaccinati

Il report sui numeri degli ospedali sentinella della Fiaso. Aumentano anche gli under 18 ricoverati

Un reparto di Terapia intensiva

Un reparto di Terapia intensiva

Roma - "Nelle terapie intensive aumentano del 17% i pazienti non vaccinati mentre diminuiscono del 10% i vaccinati. La diminuzione dei vaccinati nelle intensive, nonostante l'aumento complessivo dei ricoverati, è un segnale positivo circa la protezione del vaccino dalle forme gravi": il dato emerge dalla rete degli ospedali sentinella costituita dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) sulla base secondo dei numeri relativi alla scorsa settimana con rilevazione al  30 novembre.

"Crescono i ricoveri di non vaccinati, diminuiscono quelli di vaccinati: i dati degli ospedali sentinella Fiaso relativi alle terapie intensive nell'ultima settimana - commenta il presidente Fiaso Giovanni Migliore - evidenziano come a subire le conseguenze peggiori del Covid siano essenzialmente i non vaccinati . Siamo fiduciosi che l'ampliamento della platea per la terza dose e l'ampia copertura dei fragili proteggerà i soggetti vaccinati dalle forme gravi della malattia. Occorre però - avverte - intraprendere la campagna vaccinale anche tra i bambini per bloccare la circolazione del virus e per proteggere i più fragili".

Il report Fiaso analizza anche i ricoveri degli under 18: "Il totale dei pazienti sotto i 18 anni ricoverati negli ospedali sentinella Fiaso è di 17, di cui 2 in terapia intensiva. Età media 4 anni. I due ricoverati in rianimazione hanno 14 e 11 anni e si trovano all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli e agli ospedali Riuniti di Ancona".  Sono in tutto 810 i pazienti monitorati dallo studio Fiaso al 30 novembre contro i 697 del 23 novembre. ''Nella quarta ondata pandemica stiamo assistendo a una crescita di bambini ricoverati per Covid e qualcuno manifesta anche la necessità di cure intensive. L'aggressività del virus non risparmia i più piccoli e, oltre a colpirli con la malattia, li rende potenziali vettori dell'infezione tra gli adulti: ecco perché è necessario procedere con la vaccinazione in età pediatrica. Serve a proteggere i nostri bambini, a frenare la circolazione del virus e anche garantire il diritto allo studio riducendo i contagi nelle scuole e assicurando la regolarità delle lezioni in presenza", commenta il direttore generale dell'ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon, Rodolfo Conenna.